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Franco Martorana

Inammissibile il ricorso del Comune, Franco Martorana può essere reintegrato nella pianta organica

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

Il dipendente si era visto dare ragione già nel giudizio di primo grado

MONREALE, 7 febbraio – Questa volta, probabilmente, l’odissea dovrebbe essere terminata ed il dipendente messo alla porta dal Comune dovrebbe essere reintegrato nel suo posto di lavoro. Ci sono voluti, però, anni di disagi e soprattutto due gradi di giudizio per far tornare Franco Martorana nei ranghi della pianta organica municipale, dopo una vicenda quasi pirandelliana.

A pronunciarsi per restituire a Martorana il ruolo di dipendente comunale è stata la Corte d’Appello di Palermo, sezione lavoro, presieduta dal giudice Michele De Maria (relatore Cinzia Alcamo, consigliere Claudio Antonelli), che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Monreale, dopo che già in primo grado il giudice Donatella Draetta nello scorso mese di dicembre aveva disposto il reintegro di Martorana nei ranghi del Comune (leggi qui l’articolo). Tecnicamente è stata rigettata l'istanza di sospensione della sentenza formulata dal Comune in appello (la discussioe di merito avverrà nel 2019), ma la sostanza, almeno negli effetti pratici non cambia, dal momento che il dipendente dovrà essere reintegrato.

Dopo la prima sentenza, il comune, per una scelta che molti non hanno compreso, ha preferito appellarsi piuttosto che ottemperare al dispositivo del tribunale, col risultato che – come detto – in appello la re-immissione di Martorana è stata confermata. La corte d’Appello, in pratica, ha ritenuto inammissibile l’istanza del Comune, condannando inoltre l’ente al pagamento della pena pecuniaria di 250 euro.
Franco Martorana, 66 anni, è stato un dipendente del Comune dal ’90 al 2005, e poi dal gennaio 2006 era stato assunto nella “Alto Belice Ambiente spa”, la società che ha curato il servizio di smaltimento dei rifiuti per conto dell’ex Ato Palermo 2, fino al suo fallimento.
Martorana, che peraltro, tra qualche mese – data l’età – dovrebbe andare in pensione, proprio dopo il fallimento dell’Ato, più volte aveva chiesto il reintegro nei ranghi della pianta organica comunale, adducendo leggi e precedenti. Le sue richieste, però, erano rimaste sempre inascoltate fino a quando ha deciso di rivolgersi al tribunale.
Il giudice, nel decretare il ritorno del dipendente nella pianta organica del Comune, ha individuato la data del 18 luglio 2013 come quella indicata per far decorrere il provvedimento di reintegro, obbligando inoltre il Comune a salvaguardare il livello retributivo acquisito durante la sua militanza nelle fila dell’Ato.

A Martorana, che era difeso in giudizio dall’avvocato Letizia Sardisco e sostenuto dalla Cgil, in pratica toccheranno pure tutti gli arretrati relativi agli emolumenti che avrebbe dovuto percepire dalla data individuata dal tribunale fino ad oggi.
Sulla vicenda interviene la Cgil, il sindacato che ha seguito il percorso lavorativo di Martorana: “Finalmente è stata fatta giustizia – afferma il segretario cittadino, Silvio Russo. Francamente non si capisce il perché di questo comportamento che ha avuto il sapore di un accanimento personale. Il Comune adesso dovrà reintegrare il dipendente nei suoi ranghi e sarà condannato pure al pagamento di una pena pecuniaria, depauperando ulteriormente le sue finanze. Una situazione che certamente si sarebbe potuta evitare se solo si fosse utilizzato più buon senso”.

 

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· Enzo Ganci · Editoriali

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