Franco Martorana, secondo il giudice del lavoro, dovrà tornare nei ranghi comunali, dopo il fallimento dell’Ato
MONREALE, 15 dicembre – La sentenza c’è, ma il reintegro ancora no. Per quello, così come dice una delibera di giunta, bisognerà attendere i conteggi economici ed il parere contabile. È la vicenda, che sembra paradossale di Franco Martorana, 66 anni, dipendente del Comune dal ’90 al 2005, e poi dal gennaio 2006 assunto nella “Alto Belice Ambiente spa”, la società che ha curato il servizio di smaltimento dei rifiuti per conto dell’ex Ato Palermo 2, fino al suo fallimento.
Martorana, proprio dopo il fallimento dell’Ato, più volte aveva chiesto il reintegro nei ranghi della pianta organica comunale, adducendo leggi e precedenti, ma le sue richieste erano cadute puntualmente nel vuoto. Richieste che, però, a quanto pare, erano fondate, se è vero come è vero, che sono state accolte dal tribunale del Lavoro di Palermo, che con una sentenza emessa dal giudice Donatella Draetta, nei giorni scorsi ha disposto il reintegro di Martorana.
Di più. Il giudice, nel decretare il ritorno del dipendente nella pianta organica del Comune, ha individuato la data del 18 luglio 2013 come quella indicata per far decorrere il provvedimento di reintegro, obbligando inoltre il Comune a salvaguardare il livello retributivo acquisito durante la sua militanza nelle fila dell’Ato.
A Martorana, che era difeso in giudizio dall’avvocato Letizia Sardisco e sostenuto dalla Cgil, in pratica toccheranno pure tutti gli arretrati relativi agli emolumenti che avrebbe dovuto percepire dalla data individuata dal tribunale fino ad oggi.
E è proprio questo il nodo della questione per il quale il Comune tergiversa ancora. Nella delibera di giunta che si è occupata della vicenda, infatti, l’amministrazione comunale ha scelto di “fare melina”, prendendo atto della sentenza, ma al tempo stesso, come già affermato, attendendo di effettuare i conteggi economici ed il parere contabile. Come dire: una volontà di reintegrare il dipendente che fino ad ora è soltanto teorica e non suffragata da alcun atto concreto. Nella delibera, tra l’altro, il Comune, si riserva la possibilità di fare opposizione alla sentenza, ricorrendo quindi in secondo grado. Una scelta che, se da una parte serve a salvaguardarlo da ipotetiche tirate d’orecchie contabili future, dall’altro non farebbe altro che impinguare la somma che sarà costretto a corrispondere a Martorana nel momento in cui dovessero essergli confermati i risarcimenti che, in primo grado, il tribunale gli ha prospettato oggi.
Sula questione, nei prossimi giorni si esprimerà l’avvocato Claudio Trovato, che cura l’ufficio legale per conto del comune, che dovrà fare le sue valutazioni tecniche sulla opportunità di ricorrere in appello. Poi, però, come spesso accade, l’ultima parola toccherà alla politica.
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