Le tarsie geometriche il motivo dominante dell’opera del mosaicista Giuseppe Matranga

L’illustre monrealese ha rifatto il pavimento musivo tra la navata e il presbiterio del monumento normanno. LE FOTO

MONREALE, 23 dicembre - Monreale è famosa nel mondo per la sua Cattedrale, voluta dal sovrano normanno Guglielmo II, cui sono stati dedicati innumerevoli studi e approfondimenti, ammirata e decantata nei secoli conserva ancora tanti aspetti che andrebbero ricercati per meglio tracciarne le varie tappe storiche e artistiche che l’hanno fatta arrivare a noi così come oggi la vediamo.

Una storia lunga più di ottocento anni, un tesoro artistico la cui visione ha affascinato intere generazioni, uomini illustri, studiosi, poeti e scrittori di tutti i tempi.
Tra i tanti che nel tempo hanno lavorato alla conservazione di questo nostro tesoro curandone il restauro dei mosaici, va annoverato il mosaicista Giuseppe Matranga vissuto e attivo a Monreale tra la fine dell’ottocento e i primi venticinque anni del secolo scorso.
Giuseppe Matranga oltre al restauro dei mosaici è ricordato per aver rifatto interamente alcune parti del pavimento del prestigioso monumento.
Un epigrafe su marmo posta a terra tra il presbiterio e la navata centrale in prossimità della transenna riporta il seguente testo: ANNO. DOMINI. MCMXV A. QUINQUE. VIRIS. TEMPLO. INSTAURANDO DOMINICO. GASPARE. LANCEA. ARCHIEP. OPUS. MUSIVUM. EX. INTEGRO. FACTUM.
Sul lato opposto un’altra epigrafe riporta i nome degli autori dell’opera: IOS. MATRANGA. ET. PETR. REGINELLA. MARMORARIIS ovvero, Giuseppe Matranga e Pietro Reginella, i marmorari che insieme ad altri cinque uomini rifecero interamente quella parte di pavimento musivo, tra il presbiterio e la navata centrale in prossimità della transenna, che venne inaugurato dall’arcivescovo Domenico Gaspare Lancia Di Brolo nel 1915.


Basterebbe questo aspetto per innalzarlo alla gloria di uomini che con la loro opera e il loro ingegno hanno lasciato un segno nella storia della nostra Cattedrale, tuttavia il Matranga, che ha fondato una scuola bottega risulta quasi sconosciuto; eppure una sua opera è ubicata nella centrale piazzetta San Castrense, ovvero il monumento ai caduti della prima guerra mondiale un tempo ubicato nella villetta di piazza Vittorio Veneto.
Qualche notizia biografica e alcuni dati storici ci potranno aiutare a comprendere meglio la personalità di un uomo e di un’artista, ormai dimenticato.
Giuseppe Matranga nacque a Monreale il 25 aprile 1873 da Benedetta Noto e da Matranga Vincenzo entrambi di anni 43, cresciuto in una famiglia che per tradizione si occupava di mosaico - il nome dei suoi diretti parenti sono iscritti in una lapide marmorea datata tredici giugno 1923, affissa su un lato della parete della navata della chiesa di Sant’Antonio da Padova nella via Antonio Veneziano - ha svolto l’attività di mosaicista fin da giovanissimo facendosi apprezzare in Italia e all’estero.
Nell’epigrafe si legge che la sua famiglia, da oltre un secolo, con cura e amore ha abbellito la chiesa, un tempo disadorna e spoglia con decorazioni musive e marmi, e che egli stesso con la sua opera aggiunse eleganza e decoro.


Da un pregevole studio condotto dall’associazione culturale “Officine Ricerca” sulle chiese di Monreale e in particolare sulla chiesa di Sant’Antonio da Padova, cui va il merito della notizia riportata - oltre alla citata lapide con la testimonianza della famiglia Matranga dedita al mosaico - emerge un dato curioso e molto interessante e che cioè, Giuseppe Matranga per la realizzazione delle decorazioni musive dell’altare e della balaustra si servì di alcune tessere originali provenienti dalla Cattedrale di Monreale, che giacevano in disuso in seguito a un rovinoso incendio, ricomponendoli con lo stesso stile decorativo delle tarsie presenti all’interno del Duomo normanno.
Il nome di Matranga è legato all’opera più conosciuta che ci ha lasciato, e cioè il monumento ai caduti della prima guerra mondiale ubicato nella piazzetta di San Castrense.
Realizzato nel 1924 da Eugenio Lo Verso da Palermo e dal Matranga che ha eseguito le tarsie musive che decorano la croce marmorea simbolo di redenzione a ricordare il sacrificio dei nostri soldati che si sono immolati per la patria nella prima guerra mondiale, l’opera in bronzo che raffigura il genio alato, simbolo della vittoria è del famoso scultore Mario Rutelli.
Le cronache di allora riportarono la notizia dell’inaugurazione avvenuta il 12 dicembre 1924 dando grande risalto all’evento, esaltando l’opera e i suoi autori.


Grazie al suo ingegno e all’esperienza maturata nel cantiere della Cattedrale di Monreale ha saputo riprendere la tradizione musiva di Masi e Mastro Pietro Oddo.
Il marmo è un materiale duro, di non facile duttilità, che il Matranga riesce a sagomare in pregevoli motivi geometrici policromi, che sono il tratto distintivo della sua arte.
Nella decorazione della croce e del basamento del monumento ai Caduti ha fatto rivivere gli splendori dell’arte normanna espressi nella chiesa monrealese.
Giuseppe Matranga ha eseguito due monumenti ai caduti della prima guerra mondiale, con caratteristiche simili, uno in Scozia e l’altro a Monreale.
Alcuni anni prima il Matranga si era distinto per la sua maestria di esecuzione di un mosaico per la Cappella del Sacramento nella Chiesa Madre di Terrasini e per una grande croce in mosaico per i caduti della guerra commissionatagli dal governo della Contea di Peebles in Scozia, su disegno dell’ingegnere Burnet di Edimburgo.
Quest’ultima opera fu apprezzata per le sue policromie geometriche di finissima esecuzione tecnica, dove il porfido, il serpentino e gli sfondi oro contrastano con il bianco del marmo.
L’opera marmorea con le scintillanti tarsie geometriche è stata oggetto di una dettagliata e positiva relazione pubblicata nel fascicolo dell’8 novembre 1922 della rivista inglese il “The Architects’ Jurnal” di Westminster.
Durante la sua vita ebbe diversi incarichi sociali, quali la carica di presidente onorario della Società di Mutuo Soccorso Guglielmo II in due periodi che vanno dal 1905 al 1909 e dal 1912 al 1919 e la presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’allora Cassa Rurale e Artigiana San Castrense di Monreale, sostenendo durante il suo mandato la pubblicazione del volume del Millunzi sulla vita del Vescovo Castrense, patrono della Cassa e di Monreale, edito a Milano il 13 marzo 1919.


Un suo congiunto Matranga Carmelo mosaicista, vicino al canonico Gaetano Millunzi membro della commissione dei restauri del Duomo, dove il Matranga prestava la sua opera. aveva ricoperto, partire dal 1907 la stessa carica alla guida del nascente istituto di credito.
Negli ultimi anni, della sua breve ma intensa carriera, Giuseppe Matranga ricevette due importanti riconoscimenti per la sua attività di mosaicista, uno per la partecipazione all’Esposizione Generale di Parigi del 1923 e un Diploma Medaglia d’Oro per disegni geometrici e lavori in mosaico in occasione dell’Esposizione Internazionale svoltosi a Montecatini del 1924.
Matranga muore a Monreale il 18 aprile 1925 all’età di 52 anni, le sue spoglie mortali riposano nella cappella monumentale della Società di Mutuo Soccorso Guglielmo II nel cimitero di Monreale.
Un’epigrafe marmorea con tarsie musive ne descrive le virtù umane e artistiche.