Sacerdote, fu direttore della Caritas diocesana, giornalista e scrittore
MONREALE, 18 dicembre – Quattro anni fa esatti, come oggi, all’età di soli 69 anni, se ne andava monsignor Vincenzo Noto, sacerdote, giornalista e scrittore, per anni direttore della Caritas Diocesana. A portarselo via una malattia incurabile che lo stroncò nel giro di pochi mesi.
Nato a Bisacquino nel 1944, frequentò il seminario arcivescovile di Monreale, il Pontificio Seminario Romano, l'Accademia ecclesiastica e la Luiss di Roma conseguendo la laurea in Teologia, Scienze Politiche e la licenza in Diritto Canonico. Ordinato Sacerdote nella Chiesa del Carmine di Bisacquino il 19 marzo 1969. Giornalista professionista collaborò con: Avvenire, Famiglia Cristiana, Osservatore Romano, Jesus e fu redattore al Giornale di Sicilia. Diresse l'agenzia Mondo Cattolico di Sicilia e il settimanale cattolico Novica. Dal 1997 al 2002 resse pure il vicariato generale dell'Arcidiocesi di Monreale.
Il suo motto era: "Facciamo fuori i poveri", volendo affermare, con questo, non un proposito omicida, ovviamente, ma più semplicemente la necessità di individuare chi realmente vivesse nell'indigenza. Distinguere, cioè, chi povero lo è realmente, da chi fa finta.
Una caratteristica, questa, che a volte lo faceva passare per antipatico, soprattutto agli occhi di chi povero non era e che quindi con più difficoltà poteva speculare sul proprio stato. Padre Noto, come tutti lo chiamavano, era così: un uomo schietto e senza peli sulla lingua. Quello che doveva dire lo diceva in maniera diretta, sempre educata, ma al tempo stesso immediata. Caratteristica, questa, che portava con sè anche nella sua lunga attività giornalistica.
Di buon mattino era già seduto dietro la sua scrivania di via Carmine, ex sede della Caritas Diocesana, dove si scontrava quotidianamente con i mille piccoli-grandi problemi della gente meno agiata. Per tutti si sforzava di trovare una soluzione, dei problemi di tutti si faceva carico con impegno e dedizione.
Proprio con lo scopo di "far fuori i poveri", come ripeteva sempre, evitava di dare i soldi in mano a quelli che andavano a bussare alla sua porta con il sistema della tradizionale elemosina. Preferiva fornire loro dei servizi o scambiare il contributo elargito con dei lavori utili. Questo fatto scoraggiava chi forse non era povero veramente e andava da padre Noto solo per ottenere un facile aiuto economico.
Tra i suoi risultati migliori anche il protocollo siglato con Banca Etica, che consentì di erogare piccoli prestiti a qualche esercente in difficoltà. Così come l'attenzione alle problematiche femminili con l'apertura del centro d'ascolto nei locali di Sant'Isidoro o verso i più piccoli grazie all'apertura di una ludoteca sempre nei locali di Sant'Isidoro. Fu anche scrittore apprezzato per aver dato alle stampe una ventina di libri, per lo più a carattere sociale e religioso.
Sarebbe bello se l’amministrazione comunale di Monreale, magari di concerto con la Curia, ne ricordasse la figura con l’intitolazione di una strada o con qualche altra manifestazione significativa.
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