Rigenerare la politica della nostra città, una necessità ineludibile

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
abbiamo recentemente ricordato Piersanti Mattarella, sottratto barbaramente all'affetto dei suoi familiari quando aveva appena compiuti 44 anni.

Desidero riprendere in questa sede una sua aspirazione che oggi appare quanto mai urgente ed attuale: il coinvolgimento attivo e responsabile dei giovani nella vita politica. I giovani, egli diceva, sull'esempio del suo maestro, Giorgio La Pira, “sono come le rondini, sentono il tempo, sentono la stagione, quando viene la primavera sono sospinti da un invincibile istinto vitale per scoprire ed attraversare frontiere nuove”. Purtroppo, in un tempo come il nostro caratterizzato da incertezza del futuro, ma anche da rassegnazione e fuga dalle responsabilità, molti preferiscono non “sporcarsi le mani” e ritirarsi nella sfera dell'interesse privato.

Diffusa è anche la sfiducia verso coloro che considerano la politica, come afferma il sociologo Max Weber, “ il mestiere di chi non ha mestiere” e sono impegnati solo ad occupare posizioni di potere sempre più elevate fornendo “ricette effimere di marketing”, piuttosto che soluzioni di lungo periodo.

Per avere sguardi nuovi, diceva David Sassoli, la parola deve andare alle giovani generazioni che affollano le nostre città e chiedono rispetto per le persone ed il pianeta.
Esse devono essere aiutate a riscoprire la buona politica, a comprendere che essa è importante e va pensata con cura, devono essere sollecitate a rigenerare la sua anima, la sua vera essenza che si esprime nella realizzazione del bene comune nei suoi tanti aspetti civici, economici, ambientali, culturali, giuridici. E' opportuno che vengano formate sui temi della democrazia possibilmente alla luce della Dottrina sociale della Chiesa offrendo loro continue occasioni di confronto e di esercizio della cittadinanza responsabile.

Occorre valorizzare e coinvolgere i migliori talenti, coloro che sono ben orientati a conoscere i linguaggi ed i meccanismi della politica, che hanno un'identità ben delineata e una forte tensione ideale, che non sono animati, come afferma don Tonino Bello, dallo spirito del serf-service o della carriera personale, che non sono servili ed accomodanti o appiattiti sul presente, che sanno guardare al futuro ed immaginarsi nella società del domani. Cultura, competenze, formazione, innovazione, partecipazione, capacità di costruire relazioni solide, sono presupposti imprescindibili per i giovani che aspirano a non improvvisarsi consiglieri comunali o altro, ma ad avere un ruolo da protagonista nella vita politica.

Partecipare alla vita e alle scelte della comunità, come ha affermato recentemente il Presidente della Repubblica rivolgendosi ai giovani, è un diritto di libertà. Anche un diritto alla costruzione del futuro.
Il mio augurio è che questi giovani, anche nella nostra comunità, avvertano il dovere morale di mettere le loro competenze e le loro passioni al servizio del bene comune per rigenerare speranza ed amicizia sociale.