Il tenente colonnello dei Carabinieri fu ucciso per mano mafiosa con l’amico Filippo Costa nella frazione di Ficuzza
MONREALE, 20 agosto –Il 20 agosto del 1977 il tenente colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo e il professore Filippo Costa furono uccisi per mano mafiosa mentre erano intenti a passeggiare a Ficuzza in territorio monrealese.
Cosa Nostra lo uccise perché si rifiutò di falsificare una perizia. Era l’11 agosto 1982
MONREALE, 11 agosto – Forse era una vendetta che Paolo Giaccone si aspettava. Forse questo cittadino palermitano, con una lunga carriera di medico legale alle spalle, che non aveva mai avuto rapporti con la mafia, né volle mai favorirla, si aspettava che questa reagisse alla sua volontà di non piegarsi.
Era il 29 luglio del 1983 quando Cosa Nostra fece esplodere un’auto imbottita di tritolo fuori dal palazzo in cui il giudice abitava
PALERMO, 29 luglio – La recente scomparsa del giudice Alfonso Giordano, presidente della Corte durante il Maxiprocesso alla mafia, ha contribuito a far tornare alla memoria l’importanza e non pochi aneddoti riguardanti il colpo, senza precedenti, inferto a Cosa Nostra dalla legge italiana.
Sono passati 29 anni dalla morte della giovane testimone di giustizia
È il 26 luglio 1992. Sono trascorsi sette giorni da quando Cosa Nostra ha attentato alla vita del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, appena due mesi dopo la strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo nonché tre uomini assegnati alla loro incolumità.
Il poliziotto, capo della squadra mobile di Palermo, indagava da lungo tempo sui traffici illeciti dell’organizzazione criminale
PALERMO, 21 luglio – Siamo nel 1979. L’Italia e gli Stati Uniti rappresentano i due estremi di un redditizio e lunghissimo filo, il tragitto che gli stupefacenti compiono da una sponda all’altra dell’Atlantico, alternandosi al denaro.
Nell’attentato mafioso persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque dei sei componenti della sua scorta
È il pomeriggio del 19 luglio 1992. È domenica, e il giudice Paolo Borsellino si sta recando in visita dalla madre e dalla sorella, Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino, che abitano al civico 21 di via Mariano D’Amelio, a Palermo.