Paolo Giaccone, 39 anni fa il delitto del medico che non si volle piegare

Cosa Nostra lo uccise perché si rifiutò di falsificare una perizia. Era l’11 agosto 1982

MONREALE, 11 agosto – Forse era una vendetta che Paolo Giaccone si aspettava. Forse questo cittadino palermitano, con una lunga carriera di medico legale alle spalle, che non aveva mai avuto rapporti con la mafia, né volle mai favorirla, si aspettava che questa reagisse alla sua volontà di non piegarsi.

Rocco Chinnici, 38 anni fa l’assassinio del magistrato a Palermo

Era il 29 luglio del 1983 quando Cosa Nostra fece esplodere un’auto imbottita di tritolo fuori dal palazzo in cui il giudice abitava

PALERMO, 29 luglio – La recente scomparsa del giudice Alfonso Giordano, presidente della Corte durante il Maxiprocesso alla mafia, ha contribuito a far tornare alla memoria l’importanza e non pochi aneddoti riguardanti il colpo, senza precedenti, inferto a Cosa Nostra dalla legge italiana.

La storia di Rita Atria, la ragazza che si ribellò alla mafia

Sono passati 29 anni dalla morte della giovane testimone di giustizia

È il 26 luglio 1992. Sono trascorsi sette giorni da quando Cosa Nostra ha attentato alla vita del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, appena due mesi dopo la strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo nonché tre uomini assegnati alla loro incolumità.

Strage di via D’Amelio, oggi il 29esimo anniversario

Nell’attentato mafioso persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque dei sei componenti della sua scorta

È il pomeriggio del 19 luglio 1992. È domenica, e il giudice Paolo Borsellino si sta recando in visita dalla madre e dalla sorella, Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino, che abitano al civico 21 di via Mariano D’Amelio, a Palermo.