Consegnata al liceo di Monreale Basile-D’Aleo la bandiera tricolore

È dedicata alla memoria dei due ufficiali uccisi dalla mafia. LE FOTO

MONREALE, 4 novembre – Oggi, sabato 4 novembre, in occasione della Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale, durante la cerimonia di commemorazione ai caduti, che si è tenuta a Palermo, in piazza Vittorio Veneto, è stato consegnato all’Istituto Basile – D’Aleo la bandiera tricolore come onorificenza in memoria dei due capitani uccisi dalla mafia dal prefetto di Palermo Antonella De Miro e dal comandante della legione carabinieri Sicilia Riccardo Galletta.

Nella giorno in cui l’intero Paese ricorda con particolare trasporto tutte quante le vittime militari della Grande Guerra e la successiva pace che si riuscì a ottenere nel 1918 soltanto a seguito di grandi e insostenibili sofferenze, le massime rappresentanze dei vari dipartimenti dell’esercito nazionale (Militari, Carabinieri, Aereonautica, Marina Militare e Croce Rossa) hanno deciso di consegnare nelle mani degli alunni tale vessillo che lo stesso prefetto ha definito come l’intreccio di tutta la nostra storia, un grande dipinto in cui è possibile osservare ogni singolo particolare del passato che ci siamo lasciati alle spalle ma che dobbiamo sempre tenere in considerazione per affrontare il futuro. Dopo il cerimoniale dell’alza bandiera e la presentazione degli schieramenti armati alle cariche ufficiali, gli alunni sono stati dunque presentati, premiati e ringraziati pubblicamente affinché ricordino questa giornata con sentimento e orgoglio di appartenenza alla patria.

“A nome di tutto l’istituto – ha affermato nel discorso di ringraziamento Silvio Cancemi, un alunno rappresentate dei ragazzi presenti – desideriamo porgere i nostri migliori auguri a tutte le Forze Armate che giorno dopo giorno testimoniano il loro perseverante impegno per garantire alle nuove generazioni un futuro migliore, all’insegna della legalità, della pace e dell’unità, coesione fondamentale per far fronte ai nuovi e ai vecchi mali che spaventano soltanto coloro che si lasciano abbattere dalla loro apparente invalicabilità, non certamente coloro che accettano di combattere anche a rischio della vita per il bene della comunità”.