L'evento, parte del progetto "Incontro con l'Autore", ha visto presenti in platea gli studenti del liceo "Basile-D'Aleo"
MONREALE, 7 febbraio - "Se uno è fedele alle proprie idee, lo è anche quando rischia". Parole che posseggono un peso specifico importante, quelle pronunciate dalla scrittrice fiorentina Dacia Maraini, che oggi ha presentato la sua ultima opera pubblicata, "Vita Mia", in un incontro con i ragazzi del Liceo "Basile-D'Aleo".
L'evento, che fa parte del progetto "Incontro Con l'Autore" organizzato dalla professoressa Marilena Spallino con la partecipazione della dirigente dell'istituto Loredana Lauricella, si è tenuto nei locali dell'aula consiliare del comune di Monreale. Era presente anche l'assessore Letizia Sardisco.
La scrittrice ha sin da subito lasciato spazio alle domande degli alunni delle classi del liceo monrealese, inerenti al suo ultimo libro. "Vita Mia" è il racconto dell'esperienza della piccola Dacia e della sua famiglia quando, nel 1943, sono furono deportati in un campo di prigionia in Giappone (dove viveva grazie al padre, professore all'Università di Kyoto) a causa del loro rifiuto al regime nazi-fascista della Repubblica di Salò.
Gli studenti hanno cercato di saziare le loro curiosità in merito con delle domande, alle quali la scrittrice toscana ha risposto con tanto entusiasmo.
"Io ho avuto due modelli: mio padre e mia madre - dice la Maraini - Mio padre ebbe la borsa di studio, e con questi soldi andammo in Giappone. Io mi consideravo una bambina giapponese".
Su 3000 italiani che vivevano nella prefettura di Kyoto, solamente una trentina andò contro il regime nazi-fascista: tra essi vi era la famiglia della Maraini: "Se uno è fedele alle proprie idee, lo è anche quando rischia. Non penso che i miei abbiano fatto male a rifiutare il regime. Sono stati i miei esempi. Quando tradisci le tue idee, psicologicamente stai male".
La scrittrice ha poi continuato dichiarando: "È importante parlare con i ragazzi per dare una testimonianza. Molte notti mi sveglio con la paura, quella che mi ha lasciato la guerra.
Di fronte alle atrocità o si diventa nemici di sé stessi pieni di vendetta, oppure si conosce il rispetto e si impara ad esistere. Questa è la forza che mi ha permesso di recuperare la serenità".