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La scuola che verrà

| Romina Lo Piccolo | L'opinione
fumetto di Romina Lo Piccolo

La scuola che verrà, con il suo cantiere di aspettative cui attendere e speranze da costruire, richiama, se vogliamo, nell'immaginario di tanti, "l'anno" di una famosa canzone di Lucio Dalla. "Tutti quanti - in effetti - stiamo già aspettando".

La società ipermoderna, quella in cui siamo immersi, quella attraversata da cambiamenti irreversibili e contraddizioni indiscutibili, attende, inderogabilmente, risposte valide e concretamente perseguibili, da parte del sistema educativo. Le sfide della modernità, si sa, si moltiplicano velocemente.
Il progresso esponenziale delle tecnologie informatiche e il sopravvento dell'intelligenza artificiale; le trasformazioni del tessuto sociale nella direzione della multiculturalità e la cura dell'integrazione; i cambiamenti climatici e la stretta improcrastinabile della tutela degli ecosistemi; l'escalation della violenza con forme sempre più subdole e virali; il consumo crescente di droghe nuove e mortali.
Scenari sempre più evidenti che impongono modelli formativi capaci di interpretare e gestire la complessità del mondo di oggi. Ma l'impresa chiesta alla scuola è ardua.

Le istituzioni scolastiche, ormai da decenni, operano sul crinale di una lenta e inarrestabile sofferenza. Colpite dalla mannaia dei piani di dimensionamento e dai tagli economici, provate da enormi problemi strutturali e da una costante insufficienza di risorse, non sempre sono capaci di accogliere i bisogni nuovi, e ineludibili, di questa realtà.
E, alla carenza di strutture e strumenti, si aggiungono l'incrostazione obsoleta di certi curricoli, oltre ad una classe di docenti spesso frustrata, demotivata e mal retribuita.
Tanti sono i punti di debolezza della scuola italiana. E non sono sufficienti i finanziamenti occasionali ed episodici per sopperire a un'impostazione didattica polverosa e stantia che poggia sugli assi cartesiani della sedia e del banco per sei ore al giorno.
La formazione dei giovani reclama un investimento multidimensionale. Un investimento in termini culturali che implichi il coinvolgimento contestuale del mondo della politica, delle istituzioni, delle reti dei servizi In realtà siamo tutti chiamati a un'etica della responsabilità che, partendo da una visione rifondata della funzione dell'istruzione, inneschi cambiamenti autentici, capaci di riqualificare la scuola come spazio vitale di incontro, dialogo, conoscenza e crescita in cui operino veri e propri professionisti dell'educazione.

"Facile dictu", è spontaneo obiettare. Ma la canzonetta iniziale, dinanzi a tanta sfiducia, non sembra banale. Per "continuare a sperare", "diventa importante che in questo istante ci sia anch'io", che ogni voce, ogni intenzione, ogni proposito, diventi espressione, progetto e azione.
Che da ogni parte, da destra e da sinistra, dal basso e dall'alto, si muova un'energia centripeta di comune impegno, un pensiero attivo per sostenere il futuro. Che poi, il futuro sono loro, i giovani.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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