Anziani nella nostra città, una risorsa

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
durante queste festività natalizie ho avuto l’opportunità di condividere alcuni momenti con i soci dell’Asca, un’associazione della nostra città che promuove iniziative ricreative e culturali per elevare la qualità della vita degli anziani e per aiutarli a vincere la solitudine e l’emarginazione.

Sono stati momenti piacevoli che mi hanno fatto riflettere sulla necessità di una comunità sempre più solidale ed inclusiva. Gli anziani, infatti, sono generalmente persone molto fragili ed il loro sentimento dominante è un profondo senso di incertezza che può portare alla stanchezza, alla perdita dello scopo per cui vivere. A Monreale è molto valida la funzione svolta dai centri aggregativi come l’Asca e l’Auser. Aiutano a non vivere di ricordi, di rimpianti, di nostalgia del passato, ma ad avere lo spirito rivolto al futuro.

Guardare al futuro aiuta a dare alla propria vita un senso più pieno dal punto di vista umano, sociale, spirituale. Anche la cosiddetta terza età, infatti, può essere un tempo importante della vita, un tempo che non possiamo riempire di vuoto, ma da vivere con intelligenza e creatività ponendoci sempre nuovi obiettivi da raggiungere e nuovi progetti da realizzare. Anche un tempo libero dai condizionamenti degli impegni produttivi deve essere una grande risorsa e una preziosa opportunità per tutti, un tempo non più scandito dal calendario degli appuntamenti ma dagli affetti, dalla riflessione, dall’amicizia, dal contributo offerto alla comunità.
Ciò comporta, innanzitutto, la capacità di fronteggiare la vita e non subirla, di riuscire a vedere la bellezza di ciò che abbiamo ricevuto e volere trasmettere questa eredità alle nuove generazioni non tanto in termini di beni materiali ma soprattutto di sapienza, saggezza, ideali, sogni, speranze.

Come afferma molto opportunamente il fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, una persona anziana deve avere consapevolezza delle proprie fragilità e mostrarsi disponibile ad essere aiutata, ma, nel contempo, deve volere tendere la mano verso coloro che hanno bisogno di essere aiutati. “L’assenza di amore, di scopo nella vita, di speranza nel futuro, talvolta uccide”. Uccide l’essere lasciati soli, la mancanza di pensiero, di attenzione, di riconoscimento, di tenerezza, di gratitudine da parte dei propri cari, così come il ripiegarsi su se stessi. E questo probabilmente vale per ogni età. Sapere di essere amati e desiderati, sentirsi inseriti in una rete di comunione e di appartenenza dà colore ai nostri giorni e senso alla nostra vita.

Così come dà colore alla nostra esistenza essere aperti e attenti a tutto ciò che succede di nuovo, avere sempre voglia di imparare e cambiare, provare stupore e meraviglia per tutto ciò che ci circonda, per la bellezza del creato, consolidare i propri legami di amicizia che rappresenta il migliore antidoto contro la tristezza e la depressione. Tutti abbiamo bisogno di uno sguardo, di una parola, di un gesto che non ci faccia sentire invisibili ma accolti e valorizzati.
In questo tempo dominato da uno sfrenato materialismo, in una società caratterizzata, come afferma il filosofo Umberto Galimberti , dal “trionfo dell’egoismo”, siamo chiamati a suscitare sentimenti di generosità, di attenzione concreta agli altri, ma anche a guardarci dentro, a coltivare la mente e la nostra interiorità per sapere riconoscere ciò che è veramente essenziale per dare un significato compiuto alla nostra vita.