Visita surreale ad uno dei luoghi più misteriosi di Palermo
Vecchio quartiere del centro storico di Palermo, il Capo è uno storico mercato come Ballarò, la Vucciria, Lattarini e il mercato delle Pulci, ormai in disuso; si estende lungo la via Carini, via Beati Paoli, sede della nostra location, e la via Sant’Agostino.
L’ingresso più funzionale al mercato è Porta Carini, a duecento metri dal Palazzo di Giustizia della nostra capitale. Domenica 2 siugno 2019, concordai con Fabio Adimino, ingenuo, curioso e coraggioso, i dettagli particolareggiati della nostra impresa, mirata alla riscoperta del covo dei mitici Beati Paoli, senza caricare le tinte misteriose della nostra folle missione impossibile. A farci compagnia, comunione e liberazione, ci attendeva puntuale il Sindaco Orlando, amico fraterno di Fabio. Arrivammo puntuali all’appuntamento con il Sindaco alle ore 16,30 presso il bar Natoli di Porta Carini. Leoluca, non appena mi vide, esclamò a Fabio: “Fabio del mio cuore, perché mi tormenti con la presenza dell’impenitente socialista Salvino Caputo?” Fabio, senza scomporsi, replicò ad Orlando: “Leoluca, hai scheletri nell’armadio?” Di rimando Orlando: “No, ma questa riscoperta del covo dei Beati Paoli, mi angoscia”. Adimino senza scomporsi: “Luca, ti ho preparato un ansiolitico, non avere paura! Se dovessi sentirti male, c’è la squadra di soccorso e potrai scegliere di abbandonare”. Ma chi cacchio erano questi Beati Paoli? Secondo Francesco Emanuele marchese di Villabianca, erano mafiosi e sicari che si opponevano ai soprusi dei nobili che amministravano la giustizia criminale nei loro vastissimi feudi.
Secondo lo scrittore Giuseppe Pitrè, i Beati Paoli erano un’associazione per delinquere, alias “Cuncuma” che avevano le loro grotte paurose ed impenetrabili presso il giardino della Cuncuma, una cripta sotterranea del quartiere Capo; la cripta è ubicata nella chiesa di Santa Maria di Gesù, detta Santa Maruzza ri Canceddi. Sopra la grotta si eleva il Palazzo Baldi-Blandano. Nel 1909 Luigi Natoli fece della leggenda dei Beati Paoli, il suo fortunatissimo romanzo d’appendice, usando lo pseudonimo William Galt. Ritornando alla nostra discesa nella grotta di Santa Maruzza, Fabio Adimino scese per primo, legato alla corda salva vita dei pompieri, e Leoluca lo seguì a ruota. Io, sfoderando la mia chitarra, li accompagnavo teneramente nella loro discesa agli inferi, cantando: Maruzzella, Maruzzella, io vi ho seriamente esposto sotto gli occhi del pubblico attento alla vostra impresa! Quando farete ritorno sulla terra ferma, vi aspetterò a braccia aperte per portarvi a cena a Piazza Marina, presso il “Ristorante dei Beati Paoli”, dove si mangia e si beve fino a mattina.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO