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Chiudere le piazze, una scelta da mantenere

| Enzo Ganci | Editoriali

MONREALE, 27 agosto – Un centro storico pedonalizzato, lontano dal frastuono dei clacson e dallo smog dei tubi di scappamento, per i centri ad alta vocazione turistica determinata dal loro patrimonio monumentale, dovrebbe essere sempre pane quotidiano.

Tanto più se questo patrimonio monumentale rientra nel prestigioso novero di quelli tutelati dall’Unesco, che lo elevano a “patrimonio dell’Umanità”. Senza andare lontano, senza volersi allontanare di diversi fusi orari, rispondono a questa esigenza tantissimi piccoli centri in Italia, che – buon per loro – da tanto tempo hanno capito come una certa forma di turismo che prediliga le visite a misura d’uomo ingentilisca l’aspetto urbanistico e si riveli proficua sotto l’aspetto estetico, ma anche e soprattutto economico.


Pensiamo ad Orvieto, a Spoleto, a Gubbio, ad Assisi, giusto per fare qualche esempio, volendoci spostare in Umbria, o più semplicemente a Taormina, se invece vogliamo restare in Sicilia. Centri, cioè, che vivono di turismo, dove passeggiare ad ammirare i monumenti sorbendo un gelato o sedersi ad un tavolo per degustare una birra è estremamente piacevole per i turisti ed anche molto redditizio per i commercianti.
Per anni ci siamo chiesti perché Monreale debba sfuggire a questa logica, perché ciò che vale in tanti altri paesini baciati dalla fortuna della storia non debba valere da noi. Perché ci si debba trovare sempre a rincorrere e fare da vagoni e mai da locomotiva.
Per questa ragione non possiamo che salutare con favore la decisione dell’amministrazione comunale di compiere questo benedetto passo della pedonalizzazione del centro storico.
La posizione di questo giornale, che in passato ha pure proposto dei mini-sondaggi che si sono trasformati in dei veri e propri plebisciti in tal senso, è ormai nota: le piazze vanno chiuse. Con coraggio, ma anche con fermezza e con determinazione. È per questo che invitiamo sommessamente, ma poi mica tanto, l’amministrazione a non tornare indietro e a proseguire il percorso intrapreso. Ricordiamo ancora come un obbrobrio (era il 2014) piazza Guglielmo trasformata in un parcheggio caotico. Uno schiaffo, di più, una coltellata alla bellezza ed alla magnificenza del nostro duomo, alla storia che esso si porta dietro, più semplicemente al buon gusto di qualsiasi persona dalla media sensibilità.


All’amministrazione Capizzi va ascritto il merito di averla chiusa, mettendo fine a quello scempio. A questa, che sembra intenzionata a proseguire ed a migliorarne l’opera, chiediamo di andare oltre: di rendere il nostro centro storico, che certamente non sfigura di fronte a quello di tanti altri centri a vocazione monumentale, un’isola pedonale in grado di riportare il senso di “agorà” che deve caratterizzare ogni comunità, dove poter vivere serenamente la vita di paese, dove poter ostentare le bellezze monumentali senza auto, ma pure dove vivere tante manifestazioni ludiche e musicali.
Il resto, siamo convinti, verrà da sé. Anche e soprattutto per il tessuto produttivo cittadino che in questo momento, di fronte alla novità, teme risultati negativi in termini di introiti. Una amministrazione attenta, anche di fronte ai problemi di mobilità, che certamente vanno affrontati con criterio, dovrà essere in grado di rimboccarsi le maniche e di portare risultati. Se lo augurano i commercianti, se lo augurano i turisti, ce lo auguriamo tutti noi cittadini.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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