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Corleone, sabato si conclude l’inchiesta diocesana per la beatificazione di suor Maria Cira Destro

| Enzo Ganci | Parrocchie

La questione si sposta adesso a Roma: l’ultima parola spetterà a Papa Francesco

CORLEONE, 15 luglio – Sabato, 23 luglio, presso la Chiesa Madre di Corleone, alla presenza dell’arcivescovo, monsignor Michele Pennisi, si chiuderà l’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione e canonizzazione della “Serva di Dio” suor Maria Cira Destro, che era stata aperta nell’arcidiocesi di Monreale il 24 luglio 2020.

Nata il 12 marzo 1782, la Serva di Dio suor Maria Cira Destro, al secolo Maria Antonia, divenne monaca clarissa il 7 aprile 1804 nel monastero dell’Annunziata di Corleone. La sua vita è stata caratterizzata dall’amore per la preghiera e per i bisognosi che numerosi si recavano da lei per chiederle aiuto e consigli. Mostrava un grande attaccamento ai voti religiosi di obbedienza, povertà e castità e offriva le sue numerose sofferenze fisiche al Signore per la salvezza dei peccatori.

Non mancarono anche fenomeni mistici e vessazioni diaboliche, ma in ogni occasione testimoniò il suo amore per Cristo Crocifisso e per i poveri. Costretta ad uscire dal monastero, col permesso della Santa Sede, per gravi problemi di salute, morì nella sua casa paterna il 24 luglio 1818 ma fu sepolta nel suo monastero. Dal 1894 il suo corpo riposa nella chiesa madre di Corleone. In questi secoli non è mai venuta meno la fama di santità e di segni di suor Maria Cira le cui virtù sono state tramandate di generazione in generazione. La sua biografia è stata ricostruita anche nei dettagli grazie ai tanti documenti archivistici pervenuti tra cui l’ampio carteggio tra il padre spirituale don Benedetto Canzoneri e il vescovo monsignor Gabriele M. Gravina.

L’inchiesta diocesana è stata condotta da un tribunale formato da monsignor Rosario Bacile (Delegato episcopale), don Calogero Latino (Promotore di Giustizia) e Maria Concetta La Neve (Notaio). Attore della Causa è stata l’associazione “Suor Maria Cira Destro” di Corleone presieduta da don Vincenzo Pizzitola. Postulatore della fase diocesana don Francesco Carlino. Un ruolo importante hanno avuto certamente i teologi censori e la commissione storica presieduta da don Giovanni Vitale e formata da don Santo Giuseppe Terranova, Vincenzo Campo e Calogero Ridulfo. Con la chiusura dell’inchiesta diocesana l’epicentro della causa si sposta dall’arcidiocesi di Monreale a Roma, al dicastero delle Cause dei Santi.
Spetterà al Papa l’ultima parola in merito alla concessione del titolo di venerabile alla Serva di Dio, per l’eroicità delle sue virtù.

“La cittadina di Corleone – si legge in una nota stampa – nota per il fenomeno della mafia, ha avuto tante figure di santità, da San Leoluca a San Bernardo, dalla Venerabile Suor Teresa Cortimiglia alla Serva di Dio Suor Maria Cira Destro, quasi per bilanciare il male che negli ultimi secoli ha mortificato il territorio e il desiderio di riscatto che nei nostri giorni fa intravedere segni promettenti di rinascita”.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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