Giovedì Santo, celebrata in cattedrale la messa crismale

La solenne celebrazione è stata presieduta dall'arcivescovo Gualtiero Isacchi

MONREALE, 6 aprile – E’ stata celebrata stamattina in cattedrale, così come avviene ogni anno in occasione del Giovedì Santo, la messa crismale, quella in cui sono benedetti gli oli santi che poi vengono distribuiti alle varie chiese della diocesi, per amministrare i sacramenti durante dell’anno.

La messa, alla presenza del clero diocesano, è stata presieduta dall’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi ed è stata caratterizzata dalla donazione, da parte del questore di Palermo, Leopoldo Laricchia dell’olio ricavato dagli alberi di ulivo, piantati nel Giardino della Memoria di Capaci dedicato alle vittime della lotta alla mafia. Il gesto, già avvenuto l’anno scorso, prosegue anche quest’anno a nome della Polizia di Stato e dell’associazione “Quarto Savona 15”.

“Vorrei dirvi la gioia e l’emozione - ha affermato nella sua omelia l’arcivescovo - che vivo a presiedere e celebrare per la prima volta questa solenne liturgia della messa crismale. In questi giorni spesso mi è tornata in mente l’espressione con cui Gesù si è rivolto ai suoi discepoli al termine della sua missione: ‘Ho tanto desiderato di mangiare con voi questa Pasqua prima della mia Passione’. Nel ripensarla - ha continuato il presule - carissimi fratelli nel sacerdozio, pensiamo che ogni eucarestia che celebriamo è sempre il momento supremo della nostra carità pastorale con cui imitiamo Cristo nella sua totale donazione di se. Questa carità - ha concluso Isacchi - è l’espressione più alta del nostro ‘servire l’amore’. La messa crismale è unica tra tutte, perché manifesta l’intima comunione tra presbiteri e vescovo ed è questa comunione sacerdotale che più di tutto deve starci a cuore perché è la prima e più importante forma di carità pastorale. La carità pastorale scaturisce dal sacrificio eucaristico ed esige che tutti i presbiteri se non vogliono correre invano, lavorino in comunione con il vescovo. All’inizio del mio servizio episcopale ho definito il mio ministero come ministero delle ‘giunture’. Oggi, dopo nove mesi, ne sono ancora più convinto: il vescovo deve essere testimone di comunione, strumento di fraternità e accoglienza e voi, carissimi sacerdoti, siete i più stretti collaboratori del vescovo in questo servizio di comunione a beneficio della Chiesa e del suo territorio”.