Proseguiranno anche stasera sotto la guida del presule
MONREALE, 28 marzo – Hanno preso il via ieri sera, in cattedrale, gli esercizi spirituali quaresimali sotto la guida dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi.
“Lasciamoci guardare da Cristo e rimaniamo sotto la sua Croce, perché da lì giunge il dono risanante dello Spirito Santo” è il pensiero posto alla base di questi incontri di riflessione, a partire dall’invito già pronunciato dall’arcivescovo nel suo messaggio quaresimale. Tanti i fedeli che dalle varie parrocchie hanno preso parte agli esercizi comunitari. Gli esercizi sono stati preceduti dalla santa messa, cui è seguita la lectio dell’arcivescovo. Quest’ultima è stata accompagnata dalla preghiera comunitaria e dall’adorazione eucaristica.
Questo primo incontro ha avuto anche una funzione introduttiva, segnando la via da seguire per la meditazione personale e comunitaria che continuerà ancora fino a giovedì 30, ogni sera alle 18.
“Questi esercizi devono servire - ha spiegato l’arcivescovo - a farci riflettere sul contesto che stiamo vivendo qui e ora. Bisogna chiederci, ritagliando uno spazio di tempo personale utile alla riflessione cui siamo chiamati in questo tempo di preparazione alla Pasqua, quale sia la nostra condizione attuale per porci nella dimensione di fede giusta in cui far entrare Dio nella nostra vita e, soprattutto, perché si compia la volontà di Dio in noi che qui siamo venuti al cospetto dello Spirito Santo”.
Riprendendo il pensiero di Papa Francesco nel suo messaggio per la quaresima 2023, l’arcivescovo ha ricordato ai presenti che la quaresima non è soltanto il tempo della penitenza e dei sacrifici, ma un tempo di ascesi in cui contemplare Gesù trasfigurato. E proprio dall’episodio della trasfigurazione nella vita di Gesù deriva la necessità di non percorrere il cammino quaresimale in solitaria, ma stando con gli altri nella dimensione comunitaria, nella compagnia della Chiesa, non restando però arroccati nell’ascesi ma percorrendola per ritornare sui nostri passi di vita quotidiana.
L’arcivescovo ha quindi invitato tutti a soffermarsi sulla propria condizione personale: “Dovremmo domandarci - ha suggerito il presule - cosa ci aspettiamo da questi momenti di preparazione alla Pasqua, se siamo davvero compartecipi dello Spirito Santo per poi interrogarci su come li viviamo in relazione alla comunità, se c’è spazio per Dio nella nostra vita o se ne rimane fuori. Siamo chiamati a salire al Calvario - ha concluso l’arcivescovo- e chiederci se desideriamo salire sul monte, se cerchiamo di capire quale sia il peso che portiamo nella nostra vita e se rallenta il nostro passo in questo cammino quotidiano che è la nostra vita”.