Piana degli Albanesi, cattedrale piena per i funerali di monsignor Sotir Ferrara

Un momento dei funerali di monsignor Sotir Ferrara (foto La Bruna)

Le esequie celebrate dal suo successore, l’eparca Giorgio Demetrio Gallaro

PIANA DEGLI ALBANESI, 27 novembre – Cattedrale gremita questa mattina per i funerali di monsignor Sotir Ferrara. Erano in tanti per l’ultimo saluto all’eparca che per quasi 25 ha guidato le comunità albanofone della provincia di Palermo.

“Sotir – ha ricordato il vescovo Giorgio Demetrio Gallaro, suo successore – ha servito questa chiesa per molti anni e la sua memoria sarà eterna”. Ferrara, che avrebbe compiti 80 anni a dicembre, si è spento sabato sera. “Si era appena conclusa - ricorda Gallaro - l’inchiesta diocesana sulla fama di santità di padre Giorgio Guzzetta”. Alla cerimonia erano presenti i vescovi Michele Pennisi di Monreale, Donato Oliverio di Lundro, Calogero Peri di Caltagirone, Domenico Mogavero di Mazzara del Vallo, il vescovo emerito di Patti, Ignazio Zambito e Biagio Conte. A celebrare i funerali il vescovo Gallaro e papas Nino Paratore.

Presenti anche i sindaci e i gonfaloni dei cinque comuni albanofoni: Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela, Palazzo Adriano, Contessa Entellina e Mezzojuso. Dopo la cerimonia nella Cattedrale di San Demetrio Megalomartire, il feretro scoperto è stato portato in processione lungo corso Giorgio Kastriota fino in piazza Vittorio Emanuele II. Così come prevede la tradizione greco-albanese.
Il 5 dicembre prossimo Sotir Ferrara avrebbe compiuto 80 anni. 25 anni dei quali, dal 1988 al 2013, trascorsi alla guida dell'Eparchia di Piana degli Albanesi: 30 mila fedeli a cui si aggiungono i numerosi arbëreshe di Palermo. «Una comunità – diceva - che da sei secoli sa mantenere viva la propria identità culturale bizantina».

Lingua, rito e tradizioni dei profughi giunti nel XVI secolo dall'Albania. Il suo ricordo più bello da vescovo era legato alla “pace” riportata tra le comunità latina e greca di Palazzo Adriano. E sempre alla divisioni fra «greci» e «latini» era legato però anche il suo ricordo più brutto, stavolta a Contessa Entellina. Le divisioni non piacevano a Sotir Ferrara, per questo nei primi anni Ottanta, nella «rossa» Piana degli Albanesi, avviò la politica del «disgelo». Nel 1981 fu, infatti, il primo religioso a salire a Portella della Ginestra in occasione della ricorrenza del Primo maggio. Nel 1997, da vescovo, in occasione del 50 anniversario della strage, salì nuovamente, ma stavolta in un corteo circondato da bandiere rosse. «Non trovai nessuna difficoltà – raccontava –, perché dove va il popolo va anche il suo pastore». Ma non c'è stata solo la religione nella vita del vescovo Ferrara: per otto anni, fra il 1970 ed il 1980, insegnò matematica agli allievi delle scuole medie: prima a Corleone, poi San Giuseppe Jato e San Cipirello.

Ed infine nella sua Piana degli Albanesi, dove, mentre spiegava Pitagora, selezionava anche le migliori voci da inserire nel coro bizantino. Quando nel 1982 papa Giovanni Paolo II venne in visita alla “Martorana” di Palermo, fu il “suo” coro che deliziò la platea. Sei anni dopo fu lo stesso papa a nominarlo eparca di Piana degli Albanesi. Un ruolo che ha ricoperto fino all’8 aprile del 2013, quando papa Francesco accolse le sue dimissioni per raggiunti limiti d'età.

(fonte: vallejatonews.it)