Ieri sera in cattedrale la celebrazione del “Te Deum” di ringraziamento
MONREALE, 1 gennaio – Che il 2017 sia l’anno in cui possiamo riuscire a bandire la violenza dal cuore, dalle parole e dai gesti”. È questo l’auspicio formulato ieri sera dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi nella tradizionale celebrazione del “Te Deum” di ringraziamento che si tiene, come di consueto, nell’ultimo giorno dell’anno.
“Quest’anno – ha detto il presule – è stato caratterizzato da una serie di eventi di grazia a livello della Chiesa universale e della nostra Chiesa pellegrina in Monreale: abbiamo continuato la visita pastorale nel vicariato di Carini e l’abbiamo iniziato nel vicariato di Partinico. Abbiamo avuto la gioia della beatificazione il 12 giugno della beata madre Maria di Gesù Santocanale . Abbiamo partecipato con una delegazione di giovani della nostra Diocesi alla Giornata mondiale della Gioventù che si è svolta a Cracovia e al Congresso Eucaristico nazionale di Genova. In quest’anno la nostra Cattedrale d’oro è stata inserita fra i beni dell’Unesco nel patrimonio dell’umanità. Abbiamo continuato a celebrare l’anno santo straordinario della Misericordia voluto da papa Francesco che si è concluso nel novembre scorso. Adesso sentiamo il sincero desiderio di ringraziare il Signore per i benefici che ci ha dato, per le grazie che ci ha concesso, per i momenti lieti che ci ha permesso di vivere.
Evidentemente – ha aggiunto monsignor Pennisi – in questo anno trascorso non tutte le cose sono andate sempre bene, come avremmo desiderato. Pensiamo al protrarsi della crisi economica che colpisce tante famiglie, ai migranti che hanno trovato nel mar Mediterraneo la loro tomba e ai migranti accolti dalla nostra Caritas diocesana. Pensiamo a coloro che vanno avanti con dolorosi sacrifici, a quanti hanno attraversato un periodo di sofferenza, ai ventotto operatori pastorali uccisi in varie regioni del mondo in odio alla fede cristiana. Preghiamo per tutte le persone che ci hanno lasciato per tornare alla casa del Padre. Ognuno può ricordare i propri cari. Voglio ricordare ben cinque sacerdoti che son passati dall’esilio di questa terra alla patria celeste :don Felice Russo, mons. Giuseppe Geraci, mons. SaverioFerina, mons Francesco Geloso e don Ignazio Cannella. Questa sera vogliamo anche ricordare anche il decimo anniversario della morte del mio predecessore di venerata memoria mons. Cataldo Naro.
Nel 2017 – ha concluso l’arcivescovo – accogliendo l’invito di papa Francesco, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace”.
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