Un artista di grande spessore che ha dato lustro alla storia della nostra città
Il 2 marzo di quest’anno ricorre il 420° anniversario della nascita di Giovanni Pietro Novello, poi modificato in Novelli dall’artista stesso, affermato pittore monrealese, caposcuola della pittura Barocca in Sicilia. Più conosciuto con l’epiteto de“ il Monrealese”, il Novelli è un genio artistico del Rinascimento Italiano, indiscusso artista della pittura del Regno di Sicilia.
È un prolifico autore di un numero eccezionale di opere di pregevole qualità, realizzate su commissione, quali pale d’altare e quadroni ad olio su tela e su tavola, pitture a fresco murali, opere su cavalletto, disegni architettonici, schizzi e disegni a mano libera ed incisioni, dunque, una grande varietà.
Nel corso della sua vita assume la carica di architetto del Senato palermitano, e quella di ingegnere civile e militare del Regno, quale degno allievo del padre Antonio Pietro Novelli, provato mosaicista, apprezzato pittore, tuttavia relegato a stilemi di manierismo “provinciale” con bottega a Monreale.
Il figlio Giovanni Pietro artisticamente fu tutt’altra cosa; avendo sete di conoscenza e sperimentazione viaggia fuori dalla Sicilia, si reca a Napoli e a Roma, studia le opere del passato e quelle contemporanee, conosce direttamente importanti pittori italiani e stranieri, amplia il più possibile le sue vedute, risale a fonti culturali europee.
Pietro Novelli, a sua volta, è stato padre di un’altra grande artista: Rosalia Novelli, donna sveglia e d’ingegno, allieva e sua discepola, capace collaboratrice, la più in gamba tra i suoi allievi, tanto da essere d’aiuto al padre nella stesura e definizione pittorica in alcune sue opere. Pietro Novelli, consacrato il massimo artista del Regno, dopo il grande ritrattista del ‘400 Antonello da Messina, appellato il Raffaello di Sicilia, fu pittore del colore, della luce e delle ombre, interprete, conoscitore profondo della pittura fiamminga, “trasferitosi a Palermo ebbe a Maestro il pittore Vito Carrera, dal quale trae l’uso del colore e Don Carlo Ventimiglia, matematico e scienziato insigne, per la prospettiva e l’architettura”.
Fu autore di straordinarie opere ad olio e cicli di affreschi posti all’interno di edifici religiosi, pubblici e privati, dal sublime senso estetico aderenti al linguaggio, al contesto storico e culturale del periodo in cui visse, alla tradizionale pittura di Chiesa della Controriforma Cattolica, alla pittura italiana del Seicento.
Realizza le sue opere in un arco temporale piuttosto circoscritto, considerato che il nostro Pietro concluse l’esistenza terrena a soli 44 anni di età, durante la rivoluzione di Palermo del 1647.
Pietro Novelli “ … rappresenta per la Sicilia ciò che per il continente rappresentano Guido Reni e il Domenichino, ciò che per la Fiandra rappresenta il Van Dyck…”. Partecipe della cultura artistica meridionale, non si configura un pittore minore rispetto ad Antonio Van Dyck, al lombardo Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, dai quali trae influenze, da Mattia Preti e dal Ribera, dalla tradizione pittorica italiana che si rifà ad Annibale Carracci. Altri suoi pittori di riferimento sono il fiorentino Giuseppe Paladino, Giuseppe Salerno e il Sozzo. In questa sede è mio intendimento suscitare un maggiore interesse riguardo alla figura di Pietro Novelli, da parte delle Istituzione culturali e scientifiche italiane, regionali e locali, preposte alla memoria, alla tutela, alla conservazione e al mantenimento e promozione dell’Opera del Novelli, alla nobile figura di questo eccezionale artista mal sufficientemente celebrato, nonostante alcune delle sue opere si trovino esposte presso importanti musei del mondo ed in collezioni private.
Essendo questo mio scritto solo una sintetica riflessione, intende in realtà per lo più essere un invito alle nuove generazioni a conoscere meglio il grande Artista e le sue opere presenti nei musei regionali, negli edifici monastici, nelle chiese, nelle dimore nobiliari dell’aristocrazia siciliana, presso gli enti religiosi e privati che all’epoca in cui visse e operò Pietro Novelli fecero a gara per possedere una sua opera. E’mio desiderio quanto meno focalizzare l’attenzione dei lettori, degli amanti dell’arte su alcune opere del Novelli che si trovano in queste quattro città italiane: Reggio Calabria, Napoli, Roma e Bologna, secondo il seguente ordine progressivo: il Martirio di San Bartolomeo olio su tela che si trova esposto nel Museo Civico di Reggio Calabria.
La tela di Giuditta e Oloferne olio su tela esposta presso il Palazzo Reale di Napoli.
Il ritratto di bambino esposto in una delle sale di Palazzo Venezia a Roma. Ed in ultimo i due dipinti esposti all’interno del sontuoso Palazzo Colonna sempre a Roma. Un palazzo molto noto, dimora nobiliare della storica Casata patrizia romana Colonna, uno dei più antichi e grandi edifici privati di Roma, conosciuto in Europa e nel mondo che accoglie una raccolta di opere d’arte, di pregevoli manufatti le più significative collezioni d’arte della Capitale romana. Quelle custodite a Palazzo Colonna sono due tele ad olio esposte in bella mostra insieme ad altrettanti capolavori d’arte all’interno della parete posta a destra della Sala della Colonna Bellica. Si tratta del ritratto di Marcantonio V Colonna e del ritratto di Isabella Gioeni Colonna con il figlio Lorenzo Onofrio. Infine, Pinacoteca Nazionale di Bologna: San Filippo di Agira esorcizza un ossesso, dipinto su tavola. Santi Eremiti dipinto su tavola. Pinacoteca Nazionale di Bologna, Gabinetto di Disegno e delle Stampe: un disegno su carta raffigurante una scena mitologica con Bacco e Arianna, un disegno preparatorio su carta in vista di una incisione.
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