“Sono nata Badalamenti”, presentato a Palermo il libro della nipote di ‘Don Tano’

A Monreale sarà presentato venerdì 7 dicembre a Casa Cultura

PALERMO, 30 novembre – Presso l’Auditorium Giuseppe Di Matteo al Teatro Brancaccio di via San Ciro, collegato al Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato dal Beato Giuseppe Puglisi a Palermo, ieri pomeriggio è stato presentato il libro scritto da Maria Badalamenti, pronipote del boss di Cinisi, Don Tano Badalamenti “Sono nata Badalamenti” di fronte ad un numeroso pubblico, soprattutto giovanile, che ha interagito con la scrittrice con un proficuo dibattito.

Alla presentazione, introdotta dal presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, hanno partecipato: Berta Ceglie regista e attrice, Rosalinda Camarda Signorino Direttore Responsabile di Palermo Web, Claudio Burgio Presidente dell’Osservatorio alla Legalità Giuseppe La Franca e Biagio Cigno Presidente dell’Associazione Antiusura e Antiracket Liberi di Lavorare. Ha partecipato ai lavori anche Graziella Accetta mamma del piccolo Claudio Domino, ucciso dalla mafia 32 anni fa.
La scrittrice, figlia di Silvio Badalamenti, nipote di Don Tano, capo della cupola mafiosa siciliana, nel libro tratteggia la figura del padre Silvio, ucciso a Marsala il 2 giugno 1983, durante l’imperversare della lotta di mafia che vide protagonisti i Riina e Provenzano che vollero per la conquista del territorio siciliano e palermitano in particolare, compiere uccisioni verso i clan avversi legati a Gaetano Badalamenti.
Ora, mentre i perdenti si davano alla latitanza o si rifugiavano in America, le vendette trasversali si abbatterono sui parenti ed affiliati rimasti, anche innocenti.


Silvio Badalamenti, che lavorava presso l’esattoria di Marsala, nipote del boss, sempre estraneo ai fatti delittuosi dello zio e della famiglia, venne colpito a morte al centro di una piazza di Marsala mentre si recava al lavoro.
I depistaggi, che si susseguono a fronte ad ogni delitto di mafia, in un primo tempo videro chissà quali legami dell’ucciso con l’appartenenza criminale. Ci volle la tenace opera di Giovanni Falcone e di molti pentiti e collaboratori di giustizia per riaffermare e riconoscere la verità, pentiti e collaboratori che riaffermarono l’estraneità di Silvio Badalamenti al mondo mafioso, che non avendo nulla da temere e che anzi si era sempre discostato e dissociato dall’incombente ed imbarazzante famiglia, senza timore, ma con indubbio coraggio e sostenuto dai suoi valori morali per ristabilire la verità aveva continuato il suo lavoro nella cittadina di Marsala.
Lasciava la moglie Gabriella Ruffino e le due figlie, Gloria e Maria allora appena bambine, che uniche rimaste, continuano a testa alta a difendere la memoria del padre, a lottare per il riaffermarsi della giustizia, ma soprattutto per allontanare e discostarsi da tutti i pregiudizi, le falsità, le facili allusioni che anche nel paese di Cinisi tutt’ora permangono in molti strati della popolazione ed in certi ambienti ed associazioni, di coloro che dicono di combattere la mafia.
Il libro verrà presentato nella giornata di venerdì 7 dicembre presso la Casa Cultura a Monreale.