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Sandro Russo e Davide Mirto

Questione leaseback, il PD: “Un inutile polverone dettato da superficialità o una manovra politica?"

| Politica

Il gruppo consiliare del Dem torna su una vicenda che continua a fare discutere

MONREALE, 27 marzo – E’ ancora la questione leaseback a tenere banco nell’agenda politica monrealese. A riprendere l’argomento è il gruppo consiliare del Pd, composto da Davide Mirto e Sandro Russo, attraverso una nota articolata che non risparmia forti toni polemici.

“Sotto il titolo “Agneddu e sucu e finiu u vattiu” articolo pubblicato su Monreale News il 13 gennaio scorso – scrive il gruppo Dem – questo circolo ed il gruppo consiliare hanno chiesto chiarimenti in merito ad una vicenda oscura che ha prodotto danni morali e materiali a 40 famiglie, lesiva dell’immagine del Comune. La risposta? Silenzio! Silenzio sulle vicende cimiteriali, sugli appalti, sempre e solo silenzio.
Per motivi di giustizia verso quanti sono stati chiamati in giudizio è doveroso diradare il polverone delle illazioni e degli sciacallismi informando l’opinione pubblica che dalla sentenza del Collegio Giudicante della Corte dei Conti emerge:
1. Che la prescrizione è stata una scelta obbligata in forza di una consolidata giurisprudenza nota a qualsiasi giurisperito;
2. Che in forza del principio che il tempo regola l’atto l’iniziativa intrapresa nel 2005 era conforme alla normativa allora vigente;
3. Che, il danno di cui si pretende il rimborso dai convenuti in giudizio, afferma la sentenza, è al grado zero (sic);
4. Che le ricostruzioni di danni patrimoniali, quelli di significativo consumo di ricchezza, di avere trasferito sulle future generazioni l’onere per opportunismo politico sono, a detta dei giudici, colorazioni argomentative prive di fondamento tali da alimentare dubbi circa la fondatezza dell’iniziativa del PM.

Le precisazioni e le motivazioni del Collegio Giudicante, desunte (lo sottolineiamo) – dice ancora la nota – dagli atti esaminati dai giudici, non soltanto riconoscono la piena correttezza dell’iniziativa del 2005 e dei positivi risultati conseguiti, ma sono un atto di accusa per quella indefinita amministrazione che ha costruito una bolla mediatica.
Se i termini prescrittivi erano noti a qualsiasi giurisperito, se dagli atti esaminati dal Collegio Giudicante emerge con evidenza la correttezza del procedimento e dell’uso delle risorse, ci si chiede:
1. Qual è il vero volto di questa sedicente amministrazione visto che di essa facevano parte esponenti politici di rilievo che nel 2005 sono stati protagonisti della vicenda leaseback?
2. Il sindaco Arcidiacono o qualcuno dell’indefinita amministrazione, prima di interpellare la Procura, ha letto gli atti? Ha avuto la sensibilità di consultare il collegio degli avvocati del Comune? Ne ha parlato con i commensali?

3. Com’è maturata la decisione di inviare gli atti alla Procura della Corte dei Conti? Perché tanto inutile polverone? Imperizia, superficialità, leggerezza, ignoranza o manovra politica?
Lo stabiliscano gli elettori. Ma in assenza dei chiarimenti è legittimo il sospetto che si sia trattato di una montatura di parte a danno delle altre componenti della coalizione tra le quali il movimento del Mosaico al quale chiediamo se si ritiene alleato o pozzo di San Patrizio da cui attingono consenso queste destre.
Al Movimento chiediamo se il vanto di “avere lasciato i partiti alla Rocca”, oltre a quello di avere consolidato il clientelismo, di avere alimentato il trasformismo carrieristico, comprenda anche quello dì avere spianato la strada a compagini amministrative che hanno dimostrato che l’alleanza civica è solo una foglia di fico insufficiente a nascondere il vero disegno di queste destre.

Quali corresponsabili delle scelte assunte dall’amministrazione Gullo nel 2005, delle quali vantiamo i positivi risultati riconosciuti nella sentenza, abbiamo avvertito il dovere di rendere giustizia piena non soltanto all’onorabilità dei propri rappresentanti che hanno operato nell’interesse della collettività, ma all’intera compagine politica, ai funzionari ed ai revisori contabili inopinatamente esposti alle illazioni, agli sciacallismi, al patema di dovere rispondere in giudizio di un danno di 10.106.980,50 euro, nonché a quello di avere dovuto affrontare una spesa superiore a 6.500 euro per la difesa a causa di una azione equivoca promossa da una indefinita amministrazione capeggiata dal sindaco Arcidiacono.
La compostezza con la quale i convenuti del 2005 hanno ricevuto la notifica, sopportato le illazioni e lo sciacallaggio, sostenuto la difesa a proprie spese, accolto senza trionfalismi la sentenza per rispetto delle Istituzioni, sono una lezione di dignità nei confronti dell’attuale amministrazione.

Per il rispetto delle Istituzioni, per contrastare il qualunquismo del “sono tutti uguali”, il sindaco Arcidiacono, a nome della “vera” amministrazione responsabile dell’iniziativa, quali interventi riparativi intende intraprendere per diradare il polverone mediatico sollevato?
Quali conclusioni ne traggono quegli esponenti politici che nel 2005 sono stati protagonisti di quelle scelte e che nel 2020 sono stati chiamati in giudizio dall’amministrazione della quale fanno parte? Potrebbero quanto meno chiedere scusa alla città ed ai convenuti in giudizio? È soltanto una questione di “dignità”.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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