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Gli ''zeru tituli'' di otto candidati senza alcuna preferenza

| Enzo Ganci | Politica

Un trend fortunatamente in diminuzione. Nel 2019 furono 30. Il record nel 2009 con ben 111 candidati senza nemmeno un voto

MONREALE, 11 giugno – I tempi dei 30 casi di cinque anni fa o addirittura dei 111 del 2009, fortunatamente sembrano lontani. Adesso ne restano “soltanto” 8. Parliamo dei candidati che, pur essendo tali, decidono di non darsi il voto nemmeno loro. Figuriamoci convincere qualcun altro a farlo.

Otto persone, quindi, hanno ottenuto “zero voti”. Un modo facile per ricordare gli “zeru tituli” tanto cari allo Special One, Josè Mourinho.
Nel dettaglio, e solo per la cronaca, i candidati il cui cognome non è mai stato pronunciato da nessun presidente di seggio al momento dello spoglio appartengono: uno al “Movimento 5 Stelle – Sud chiama Nord”, due a Fratelli d’Italia e ben cinque al Partito Democratico.

Ora, fermo restando che ottenere uno scarso risultato elettorale non è certo una vergogna, perché non tutti dispongono di pacchetti di voti o di galoppini pronti a girare casa per casa per raggranellare preziose preferenze, chiudere, però, lo scrutinio senza nemmeno una scheda col proprio cognome scritto appare davvero disdicevole.
Un fatto che, se da un lato può anche suscitare facili ilarità ed i comprensibili sfottò, dall’altro deve essere letto come un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni.

D’accordo non trovare molti amici o parenti disposti ad accordare la preferenza, ma non incassare nemmeno la propria è un fatto che deve far riflettere su come, a volte, vengono composte le liste e su come si decida di inserire nominativi senza alcun criterio, pur di farsi trovare pronti al momento della presentazione delle liste. Possibile che 8 candidati abbiano avuto tutti assieme dei terribili mal di pancia e non si siano nemmeno recati ai seggi per votare se stessi? Possibile che otto persone siano tutte orfane, vedove, figli unici o eremiti su un pizzo di montagna? Possibile che nessuno di questi abbia un genitore, un fratello, una moglie o un marito o un povero disgraziato capace di votarlo?

Il record assoluto, come detto prima, appartiene alle amministrative 2009, quando furono ben 111 i candidati con il tondino accanto al proprio cognome. Probabilmente, però, sarebbe stato certamente più decoroso presentarsi al via con qualche candidato in meno ed evitare questo squallore: impiegati comunali, componenti dei seggi, spazzini e – perché no – anche giornalisti avrebbero sentitamente ringraziato.

 

 

 



· Enzo Ganci · Editoriali

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