I trionfalismi smodati della destra alimentano una cultura di stampo clientelare
Riceviamo e pubblichiamo...
Egregio direttore,
Con riferimento all’articolo apparso il 17 febbraio, sul suo giornale circa l’elezione del nuovo segretario del circolo PD ed in particolare in merito ai “rumors” relativi alla sua elezione, nella qualità di componente del Comitato di coordinamento e promozione mi permetto di sottolineare che quello dei rapporti con l’Amministrazione locale è un tema particolarmente acuto che ci coinvolge in pieno.
Ad animarlo sono le frequenti esternazioni della destra locale, i trionfalismi smodati, i proselitismi anomali, che denotano una scarsa coscienza democratica che turba il clima politico con pregiudizio per l’assetto amministrativo del Comune.
Spetterà agli organismi statutari del circolo PD, sulla base delle scelte dei tesserati, ogni determinazione e credo che non siano da escludere, a norma di statuto, provvedimenti sanzionatori nei confronti degli iscritti nei casi di ripetuti comportamenti che alterano la realtà a danno del Circolo PD locale.
Tuttavia alcune considerazioni vanno fatte subito, alla luce dei fatti e dei contesti di riferimento passati e presenti.
Per volontà degli elettori quella attuale è una amministrazione prettamente civica. Così è stata proposta agli elettori dall’attuale compagine e da chi la guida e come tale gli elettori l’hanno scelta.
Le rivendicazioni meritocratiche, le sovraesposizioni da parte di partiti politici, da qualunque parti provengano, sono quindi azioni che violano l’etica democratica, è sciacallaggio politico, alimentano una cultura di stampo clientelare contraria alla democrazia.
Segnali di questo stampo ne sono stati avvertiti parecchi e se ne avvertono con maggiore frequenza nelle scadenze elettorali.
Con spirito democratico non si intende interferire su scelte che spettano alle componenti civiche dell’attuale maggioranza. Spetta a loro, alla loro sensibilità politica, al loro senso di responsabilità oltre che a quella dei singoli valutarne la portata e trarne le dovute conclusioni, pena la loro credibilità ed in particolare spetta a chi la guida il compito di tutelarne l’integrità, la dignità, la coerenza di fronte agli elettori.
Credo di potere affermare fin da subito che nella malaugurata ipotesi di smagliature conseguenti ai comportamenti richiamati, nella qualità di Partito che pone al centro del suo impegno la democrazia e le sue regole, saremmo fortemente critici e non sarebbero i risultati conseguiti a frenarci nella difesa della dignità della politica.
“Pacta sunt servanda” dicevano i latini, I patti si rispettano: nei contenuti e nelle forme, nel rispetto di chi li stipula e di chi li ha avallati, cioè gli elettori.
Credo che manovre speculative di stampo partitico, non formalmente contrastate da chi ne è il garante (di cui qualcuna in corso) segnerebbero il fallimento di esperienze locali verso le quali non siamo stati pregiudizialmente contrari e che continueremo a coltivare, ma solo su basi di visioni politiche omogenee nell’interesse della collettività.
Per il rispetto dei valori democratici quindi saremmo noi a sottolineare la miopia di chi ha coltivato l’illusione di potere lasciare i partiti alla Rocca, scoprendo il fianco ai predoni che sono scesi dalle montagne per accaparrarsi il bottino.
Saremmo noi a sottolineare che il patto stipulato nel 2019 con le variegate componenti civiche e con gli elettori altro non era che un piatto avvelenato dall’amaro sapore dell’inganno.
Il fallimento di questa esperienza segnerebbe infine la conferma che i movimenti sono sì il sale della democrazia, il lievito che la vivifica, ma quando il sale ed il lievito occupano gli spazi dei partiti proponendosi come alimento, diventano indigesti e minano le fondamenta della democrazia.
* componente del Comitato di coordinamento e promozione del Pd monrealese
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