Amministrative amarcord: 1994, la prima volta di Salvino Caputo

(foto archivio Lo Verso)

Allora 37enne, si impose al ballottaggio su Lea Giangrande

MONREALE, 5 aprile - Monreale votò per le prima volta con la legge che stabiliva l'elezione diretta del sindaco il 5 giugno del 1994. Fino ad allora - occorre ricordare per i meno giovani - il primo cittadino veniva eletto dal Consiglio comunale, tra gli - allora - trentadue consiglieri che costituivano l'assise municipale.

Il Consiglio comunale, qualche mese prima, sotto l'amministrazione Enzo Giangreco, aveva deciso la propria incompetenza sul piano regolatore e per questo, così come prevedeva la legge, fu necessario andare al voto.

Quella tornata, certamente storica per la nostra cittadina, perchè la prima col nuovo sistema, si svolse proprio nel periodo dell'esplosione del fenomeno "Forza Italia" e del suo leader Silvio Berlusconi. Era il periodo di poco successivo alla famosa "discesa in campo" con la quale l'ex Cavaliere fermò una deriva che sembrava orientare l'Italia a sinistra.

In questo contesto si inquadra la vittoria di Salvino Caputo, che allora era un "giovanotto" rampante di nemmeno 37 anni, che fino a quel momento era stato un tenace consigliere comunale di opposizione prima del Movimento Sociale Italiano, poi di Alleanza Nazionale.
Caputo, dopo aver conquistato 5.810 voti al primo turno, al ballottaggio si impose con 6.792 voti di preferenza, contro i 5.436 di Lea Giangrande.
I due avevano eliminato la concorrenza del primo turno, fatta da Rosalba Di Salvo (Progressisti) che racimolò 2.382 voti, Claudio Alongi (Popolari) 2.113 e Manlio Madonia (Movimento per Monreale) 1.225.

Purtroppo quella tornata elettorale ancora oggi viene ricordata per il clima pesantissimo che si viveva. La cronaca di allora registrava gravi episodi come quello dell'auto bruciata a Gaetano Sirchia (Popolari), a Giovanni Schimmenti (Rifondazione Comunista), a Biagio Cigno (Cisl), a Salvino Mirto e Roberto Gambino (Pds), Castrense Ganci (Confederazione Artigiani) e l'uccisione del cane della candidata a sindaco dei Progressisti, Rosalba Di Salvo. Un susseguirsi di avvenimenti che indussero anche l'allora ministro degli Interni, Roberto Maroni a venire in Sicilia di persona per occuparsi del caso.

Dpo l'elezione a sindaco Caputo governò senza eccessivi problemi di tenuta della sua maggioranza fino alla scadenza del mandato, quando, a causa della legge regionale, non potè ricandidarsi, lasciando la Sala Rossa a Salvino Pantuso, suo rivale storico fin dai tempi della militanza dell'MSI.

Ma del seguito di questa storia parleremo in altro articolo.

(continua)