Caputo: “La morte medicalmente assistita costituisce reato”
PALERMO, 25 marzo – “Da avvocato penalista sono e resto garantista e sostenitore del principio costituzionale della innocenza sino alla sentenza irrevocabile di condanna. (…)
(…) Ma condivido in pieno la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze che ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dai Pubblici Ministeri dello stesso Tribunale in favore di Marco Cappato e ha ordinato alla Procura della Repubblica di formalizzare entro 10 giorni l’imputazione coatta nei confronti di Cappato che aveva aiutato un soggetto affetto da sclerosi multipla a raggiungere la Svizzera per porre fine alla propria esistenza. Siamo in presenza di una decisione coraggiosa che contribuisce autorevolmente a affermare che la morte medicalmente assistita mediante il rafforzamento del proposito suicidario costituisce reato”.
A dichiararlo è Salvino Caputo vicesegretario regionale dell’Udc che da tempo si batte per la difesa del diritto alla vita e per la dignità della esistenza anche in condizioni di gravi sofferenze e che da deputato regionale siciliano aveva costituito il Gruppo Interparlamentare per la difesa della Vita e per i diritti del nascituro.
“Ho apprezzato la motivazione dell’ordinanza di rigetto della richiesta di archiviazione in difesa del Cappato – ha aggiunto Salvino Caputo – depositata dal giudice per le indagini preliminari di Firenze, quando afferma che legittimare il suicidio assistito soltanto per alcune categorie di ammalati, costituisce un potenziale vulnus dell’uguaglianza . Il Diritto Penale, in quanto pubblico tutela la vita e tale forma di presidio non puo’ avere declinazioni diverse a seconda della percezione soggettiva del singolo soggetto. Cio’ in quanto si finirebbe di compiere una operazione logicamente censurabile , in quanto per rispettare la dignita’ della vita umana , si andrebbe a distruggere cio’ che di tale principio e’ presupposto indefettibile, ovvero la vita stessa “Allargare le maglie del suicidio assistito porta necessariamente a togliere ulteriore protezione alla vita .
La liberta’ di vivere – ha aggiunto Salvino Caputo – e’la condizione necessaria ed imprescindibile per potere esercitare ogni altra liberta’ con dignita’ e rispetto per il valore della vita. Oggi tutti possono e devono essere curati anche quando la malattia e’ inguaribile e certamente l’alternativa non puo’ essere la via per la Svizzera e lasciarsi condizionare da coloro che invocano eutanasia e suicidio assistito.
Proprio perche’ la vita e’ talmente importante da essere difesa da tutti, persino da chi vive nel dolore. Mi auguro, nel rispetto del diritto che si giunga ad una sentenza che affermi che l’istigazione al suicidio e’ un reato e, di converso – ha concluso Caputo - che si rafforzi il principio della difesa della vita e della dignita’ della vita stessa”.