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''Come i Magi, cambiando via, cambiamo vita''

| Giuseppe Cangemi | Cronaca varia

Il messaggio dell’arcivescovo Isacchi nella solennità dell’Epifania, ricordando le parole di Sant'Agostino

MONREALE, 6 gennaio – Nell’omelia della messa per la solennità dell'Epifania del Signore, l’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, ha indicato nei Magi, che vanno in cerca del Signore, ritornando per un'altra strada, un modello di vita che ci provoca e ci chiama a percorrere strade nuove.

All’interno della cattedrale di Monreale, l’arcivescovo ha celebrato oggi l’Epifania del Signore, il giorno della sua manifestazione al mondo tramite la testimonianza di tre uomini, che a Betlemme arrivarono da lontano.

“Ancora oggi - ha affermato monsignor Isacchi nella sua omelia - i Magi sono testimonianza della possibilità che ci è data in quest’anno in cui siamo chiamati a essere Pellegrini di Speranza di cambiare vita, ricercando il Signore nella nostra quotidianità. A tal proposito, l’arcivescovo ha ricordato l’importanza ancora oggi della memoria dei Magi attraverso le parole del discorso di Sant’Agostino a loro dedicato, citandolo nella sua omelia nel passo più significativo: “Cambiando la via è cambiata anche la vita. Anche per noi i cieli hanno annunziato la gloria di Dio; anche noi siamo stati condotti ad adorare Cristo dalla verità che risplende nel Vangelo, come da stella nel cielo; anche noi abbiamo ascoltato fedelmente la profezia che è risuonata di tra mezzo al popolo giudaico - come testimonianza contro gli stessi Giudei che non sono venuti con noi -; anche noi, riconoscendo e lodando Cristo nostro re e sacerdote, morto per noi, lo abbiamo onorato come se avessimo offerto oro e incenso e mirra; ci manca soltanto di testimoniarlo prendendo una nuova via, ritornando da una via diversa da quella per la quale siamo venuti”.

Prima di terminare la sua omelia, monsignor Isacchi ha voluto ricordare anche la leggenda del quarto Re Mago, che non giunse mai a Betlemme, non incontrò mai Gesù, perché non arrivò in tempo, perdendosi lungo la strada.

“Si racconta - ha concluso monsignor Isacchi - che la sua ricerca vana sia continuata per tutta la vita alla scoperta di quel Bambino unico e speciale. Ma, non trovandolo, fu raggiunto dopo 33 anni da Dio nel gesto da lui compiuto nei confronti di una povera e infelice donna, dimostrando con esso un gesto d’amore proprio nei confronti di Gesù, intravedendo in quel gesto, come mostrato da Dio, il segno evidente del ritrovamento di quel bambino cercato per tutta la sua vita”.

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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