Cattedrale, la porta del Paradiso svelata da don Nicola Gaglio

Conversazione con l’arciprete del duomo promossa dalla Pro Loco di Monreale

MONREALE, 13 luglio – Si è svolta questo pomeriggio un’interessante visita guidata alla scoperta della porta del Paradiso della cattedrale, opera di Bonanno Pisano, recentemente restaurata e aperta al pubblico.

L’incontro è stato guidato dalla sapiente spiegazione di don Nicola Gaglio, arciprete della cattedrale, organizzato dalla Pro Loco di Monreale. L’evento è servito per far conoscere da vicino al pubblico presente, accorso in buon numero per l’occasione, particolari del restauro della porta, ma anche la sua storia e costituzione.

La monumentale porta bronzea di Bonanno Pisano fu commissionata da Guglielmo II per il portale maggiore del duomo di Monreale, e, con i suoi 7,80 x 3.70 metri, è la più grande porta bronzea del Medioevo a due battenti. È formata da ben 44 formelle, e tutte le cornici decorative che la compongono, giunte a Monreale, presumibilmente nel 1185, nello stesso anno della loro fusione a Pisa (1186 secondo il calendario pisano) una volta assemblate e ancorate al supporto ligneo. La sagoma della porta non corrispondeva in questo caso perfettamente al coronamento murario a sesto acuto del vano dietro cui, a porta chiusa, ancora oggi rimangono nascoste parte delle formelle di chiusura e degli spazi laterali.

Sulla porta si trova una sorta di compendio delle scene musive interne della cattedrale e degli stessi spazi interni riprodotti all’esterno. Le prime 16 formelle dal basso raffigurano gli episodi della Genesi, mentre episodi del Nuovo Testamento si trovano invece nei cinque ordini superiori congiunti dalle sei formelle della quarta e della quinta fascia, raffiguranti i dodici profeti, per un totale di quaranta formelle, cui si aggiungono i due scomparti inferiori con le due coppie di leoni e grifoni, che rappresentano invece lo spazio esterno. Sovrasta la porta la rappresentazione di Maria assunta in cielo e del Pantocratore. La sequenza di lettura dell’iconografia inizia dal basso e continua sempre da sinistra a destra. Caratteristica della porta è il suo realismo e l’immediatezza della rappresentazione che consente, anche grazie alle iscrizioni riportate nelle formelle, di esplicitare il contenuto delle scene, riempiendo allo stesso tempo lo spazio vuoto non occupato dalla raffigurazione degli episodi. La narrazione contenuta nelle formelle della porta rende tangibile e plastica agli occhi dello spettatore la storia della salvezza, costituendo allo stesso tempo un’anticipazione vera e propria del racconto musivo proprio dei mosaici all’interno della cattedrale.

Il pubblico presente ha così avuto modo di vedere da vicino l’opera compiuta e, soprattutto, il grande lavoro che è stato fatto per cercare di riportare la porta al suo originario splendore grazie alle operazioni di pulitura e restauro.