''La Chiesa sotto accusa'', il volume di don Stabile presentato a Monreale
La presentazione promossa dall'associazione Mons Realis si è svolta al palazzo arcivescovile
MONREALE, 26 giugno – Si è tenuta oggi pomeriggio all’interno del salone Roma del palazzo arcivescovile di Monreale la presentazione del volume ‘’La Chiesa sotto accusa. Chiesa e mafia in Sicilia dall’unificazione italiana alla strage di Ciaculli’’ di padre Francesco Michele Stabile.
L’evento è stato promosso dall’associazione “Mons Realis” e moderato da Biagio Cigno con la partecipazione dell’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, dell’autore, di Margherita Ganci, presidente dell’associazione, di don Giuseppe Ruggirello, rettore del seminario arcivescovile di Monreale.
Docente emerito di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, don Francesco Michele Stabile nel suo volume ha cercato di ricostruire i rapporti tra Chiesa e mafia nei cento anni che vanno dall’unificazione nazionale (1860) alla strage di Ciaculli (1963). L’intento del volume è quello di far riflettere i lettori su una problematica a volte poco indagata, quando da più parti dopo il Risorgimento un certo pensiero anticlericale ha puntato il dito contro la Chiesa siciliana responsabile della mancata crescita del senso dello Stato nel popolo.
Palermo e Monreale sono stati luoghi privilegiati della ricerca che hanno aperto una pista sul fatto che la storia della mafia è legata alla storia della Sicilia in un clima in cui spesso lettere pastorali, omelie, altri documenti ufficiali dell’episcopato siciliano tacciono fino agli anni 60 del Novecento, e proprio per questo si è posto un problema storiografico sul silenzio della gerarchia ecclesiastica sulla mafia.
Il libro riesce così a raccontare il lungo percorso compiuto dalla Chiesa nella maturazione di un comune sentire che vede l’impegno, la lotta e la repressione che negli anni fu condotta per liberare anche la Chiesa da connivenze di ogni tipo con la mafia, ma anche con il potere. Netta la distinzione tra preti municipali e preti sociali. I primi ben integrati nei sistemi di potere costituito; i secondi, invece, uccisi dalla mafia, come il monrealese don Gaetano Millunzi, capaci di testimoniare con la vita il Vangelo, senza avere ancora oggi in molti casi il giusto riconoscimento della loro morte come testimonianza di attaccamento e fedeltà al loro ministero.
Al termine dell’incontro l’arcivescovo di Monreale ha preso la parola per tracciare un bilancio sull’evento, sottolineando come il volume di don Stabile insista sulla complessità della storia e sulla necessità di guardare da diverse angolazioni ai fenomeni che spesso hanno caratterizzato il rapporto tra Chiesa e potere. “Il volume presentato questa sera - ha affermato il presule - ci riporta alla necessità, oggi più che mai, non di devoti ma di uomini e donne di fede, per superare certe logiche che nel corso della storia e ancora oggi rischiano di farci perdere di vista la verità evangelica, l’unica che ci può rendere veramente liberi”.
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