Ieri il solenne pontificale con l’arcivescovo Isacchi per la vestizione dei nuovi confrati. Stasera la celebrazione dei Vespri solenni. LE FOTO
MONREALE, 2 maggio – Si è tenuta ieri la consueta cerimonia dei passaggi e vestizione dei nuovi confrati e, come di consueto, la Collegiata si è riempita di fedeli.
È stata una celebrazione davvero molto sentita e partecipata da tanti fedeli oggi pomeriggio al Santuario del Santissimo Crocifisso dove si è tenuta la cerimonia per la vestizione dei novizi della confraternita. In una chiesa gremita l’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, ha officiato la cerimonia durante la quale i giovani componenti della confraternita hanno ribadito il loro impegno all’interno della congregazione. Una funzione anche stavolta toccante, che è arrivata alla vigilia della funzione solenne di oggi pomeriggio, quando è in programma la celebrazione dei Vespri, alla presenza delle autorità cittadine.
“Scegliere il Crocifisso vuol dire seguirlo per la vita - ha affermato l’arcivescovo Isacchi - rivolgendosi ai nuovi giovani confrati. Gesù come pastore autentico è bello perché vero oltre che modello di tutti coloro che si prendono cura degli altri. Per voi confrati - ha continuato il presule - che avete scelto di essere discepoli di quel Crocifisso, ciò significa esserlo non solo per la festa ma per la vita.
A voi è richiesto un triplice impegno che è simile a quello del buon pastore che contempla la propria vita per gli altri con grande impegno e coerenza. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore, la sua prima caratteristica è l’amore con cui difende dai pericoli le pecore. C’è una grande differenza tra il pastore e il mercenario che si serve delle pecore per guadagnare.
La seconda azione è disporre la sua vita per le proprie pecore, mettere a disposizione la sua vita che è conoscenza del padre e l’amore di Dio. Senza un rapporto personale con il Crocifisso - ha concluso l’arcivescovo- non c’è fede autentica, mentre la terza azione è deporre la vita volontariamente. Gesù non muore sconfitto dagli uomini e il Crocifisso racconta di Gesù che depone per amore la sua vita.
Non seguiamo il Crocifisso per qualche ora ma per tutta la nostra vita. Il cristiano si espone per gli altri, mette a disposizione tutto ciò che ha ed è, il cristiano è pronto a deporre la propria vita per gli altri. Ciò non vuol dire morire ma saper rinunciare all’egoismo. Voi ragazzi e adulti confrati avete scelto di seguire il Crocifisso sulla via dell’amore e dovete perciò offrire tutto ciò che avete”.
Alla fine della cerimonia è stato donato all’arcivescovo Isacchi il drappo tipico indossato dai confrati con il ricamo raffigurante il Santissimo Crocifisso, mentre ha chiuso il pontificale l’intonazione da parte di tutta l’assemblea dell’inno del “Corri o figlio”.
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