L’ordinazione avvenuta oggi pomeriggio in cattedrale. LE FOTO
MONREALE, 26 dicembre – Questo pomeriggio, nel giorno di Santo Stefano, l’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, ha ordinato diaconi i tre giovani seminaristi: Luca Capuano, Savino D’Araio e Daniele Fiore, di cui oggi è stata data notizia sul nostro quotidiano.
Luca Capuano, monrealese, appartiene alla comunità parrocchiale S. Teresa di Lisieux; Savino D’Araio, originario di Partinico, proviene dalla comunità parrocchiale SS. Salvatore; Daniele Fiore, originario di Palermo, dalla comunità parrocchiale S. Maria la Reale di Rocca-Monreale.
In una cattedrale gremita di fedeli e parenti tra commozione e tanta emozione, alla presenza dei fedeli delle rispettive comunità parrocchiali dei tre nuovi diaconi, si è svolta la tradizionale liturgia dell’ordinazione, dalla presentazione degli eletti da parte del rettore del seminario, Don Giuseppe Ruggirello, alle litanie dei santi fino al rito dell’imposizione delle mani e alla preghiera di ordinazione.
''Cari Luca, Savino e Daniele - ha concluso nella sua omelia l’arcivescovo - dopo l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione, quando sarete già rivestiti della dalmatica, metterò nelle mani di ciascuno di voi il libro dei Vangeli dicendo: ''Ricevi il Vangelo di Cristo, del quale sei divenuto l’annunziatore''. Ricevendo il Vangelo, tuffatevi in quell’acqua sorgiva; immergetevi nel puro Vangelo, nel nudo Vangelo, nel santo Vangelo. Uscitene grondanti e aspergetelo sul mondo inaridito. Ricordate: un vangelo a misura d’uomo è imbroglio, non è vangelo! Il ministero che vi è affidato è sproporzionato, nessuno ne è mai stato all’altezza né mai lo sarà. La vostra unica forza è la Parola di Dio che oggi vi dice: «non preoccupatevi di come o di cosa direte … non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi». Preghiamo per questi nostri figli, perché il Signore li colmi della sua grazia e, sull’esempio di Santo Stefano siano autentici testimoni del Dio-con-noi''.
Al termine della cerimonia, alla presenza dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi, il tradizionale saluto con cui ha avuto fine la cerimonia.