''Auguriamoci la vera gioia che viene dal prendersi cura gli uni degli altri''

Primo Natale a Monreale dell’arcivescovo Gualtiero Isacchi

MONREALE, 26 dicembre – Prime celebrazioni in cattedrale in occasione del Natale dell’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, che dopo il suo insediamento avvenuto nello scorso luglio ha ieri celebrato per la prima volta in cattedrale il Santo Natale.

Particolarmente intensa e ricca di spunti la sua omelia che ha richiamato i presenti ad aprirsi ad un nuovo modo di intendere il Natale, quello vero, proprio di chi è pronto ad aprirsi ad un nuovo modo di vegliare. ''Il Salvatore - ha affermato il presule-viene come un bambino che non impone la sua presenza, ma che chiede accoglienza e protezione da tutto ciò che lo può eliminare dal nostro cuore e dai gesti della vita; dai nostri pensieri o dalle nostre decisioni; o anche, più semplicemente, dal relegarlo nello spazio dell’indifferenza, della trascuratezza, della non-cura, del religioso che resta separato dalla vita quotidiana''.

Non tutti sono pronti ad accogliere questo atteggiamento o, ancora, credono in un Natale che sia solo una bella tradizione atta a scaldarci il cuore. Ma il vero senso del Natale sta, come ha ribadito monsignor Isacchi, nel rendersi conto del vero annuncio che esso porta a tutti: ''Il Dio Salvatore - queste le parole di monsignor Isacchi - viene come un bambino per rendersi bisognoso del nostro amore, perché in questo modo ci salva da noi stessi, dai nostri egoismi, dai nostri peccati, che nascono spesso dalla pretesa di aver cura soltanto di noi stessi, dei nostri interessi e dei nostri vantaggi. Dalla contemplazione della natività emerge chiaramente una proposta nuova di salvezza. Quell’inerme bambinello sembra sussurrare: sono venuto per salvarti dal tuo egoismo, dalla tua autoreferenzialità, dal delirio di onnipotenza che ti fa sentire il centro dell’universo; ti salvo dall’orgoglio, dall’invidia, dal rancore e ti indico, come via di vita nuova, la via del prendersi cura dei più piccoli, degli ultimi, di tutti i tuoi fratelli e le tue sorelle''.

Il Natale annuncia e ci invita alla necessità di vivere la nostra vita in maniera nuova, capaci di scoprire che senza relazione con gli altri non può esserci vita autentica ed è per questo che è ''questo il Natale che dobbiamo celebrare - ha concluso monsignor Isacchi. È questa la scelta di Giuseppe che, pur immerso nei dubbi, ha deciso di prendersi cura di Gesù e di Maria. Auguriamoci buon Natale. Auguriamoci la vera gioia che viene dal prendersi cura gli uni degli altri''.