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Morte di Salvatore Lupo, il Gip si oppone alla richiesta di archiviazione

| Silvio Cancemi | Cronaca varia

Sarà effettuata un’altra consulenza collegiale con riesumazione della salma

FROSINONE, 24 marzo – Allo stato la richiesta di archiviazione del processo relativo al decesso di Salvatore Lupo, avanzata nuovamente dalla Procura della Repubblica di Frosinone, non appare accoglibile ed infatti si rende necessaria una nuova consulenza collegiale tossicologica e cardiologica con nuovi e diversi consulenti al fine di procedere ad accertamenti medico legali attraverso la riesumazione della salma".

E' questo il contenuto del provvedimento adottato dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Frosinone, Fiammetta Palmieri che ha respinto per la seconda volta la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura della Repubblica, accogliendo in toto il contenuto dell'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai difensori Salvino Caputo, Valentina Castellucci, Mauro Torti e Giada Caputo che assistono i familiari di Lupo.

I difensori in sede di opposizione avevano evidenziato le lacune della perizia medico legale redatta dal consulente della Procura della Repubblica in quanto non aveva svolto alcun accertamento di natura tossicologica in riferimento ai farmaci somministrati a Lupo dalla direzione sanitaria del carcere di Frosinone. Il compagno di cella, infatti, in sede di esame testimoniale aveva dichiarato che la sera prima del decesso avvenuto il 16 dicembre 2019, Lupo era stato visitato dal medico di turno che aveva modificato la precedente terapia farmacologica e aveva prescritto nuovi farmaci. Lupo, infatti era rientrato in cella, dall’infermeria con alcuni medicinali. Subito dopo il decesso, il medico del carcere stava cercando di impossessarsi delle medicine, senza riuscirvi in quanto bloccato dall'intervento di alcuni detenuti. Le pillole furono prese in consegna dal comandante della Polizia penitenziaria.

Farmaci che non furono più trovati, nonostante rinchiusi nella cassaforte del carcere. Inoltre i campioni di sangue, urine e bile lasciati nella camera frigo della sala autoptica di Frosinone, subito dopo l’autopsia, non risultarono essere piu' disponibili. Da qui la richiesta del giudice per le Indagini preliminari di Frosinone che ha disposto nuovo esame autoptico con medici legali diversi da quelli nominati dalla Procura, attraverso la riesumazione della salma di Salvatore Lupo in atto deposta presso il cimitero di Monreale. Il giudice ha disposto un rinvio di quattro mesi per la consegna degli esami tossicologici e cardiologici. "Sin dall'inizio della drammatica vicenda - hanno dichiarato Salvino Caputo, Valentina Castellucci, Giada Caputo e Mauro Torti – avevamo denunciato l’impossibilità di archiviare come morte naturale il decesso di un ragazzo di 30 anni, di corporatura robusta ed atletica, ben abituato a lavori pesanti.

Era evidente che siamo di fronte ad un clamoroso caso di colpa medica in quanto il Lupo e' stato sottoposto ad una terapia farmacologica inappropriata, senza preventivi esami di laboratorio.
Sorprende inoltre che siano spariti dalla cassaforte della casa circondariale le medicine somministrate e nonostante il pubblico ministero abbia disposto un esame tossicologico, siano scomparsi i liquidi corporei indispensabili per accertare le vere cause del decesso. Adesso vigileremo con i nostri consulenti di parte sui nuovi accertamenti tossicologici e cardiologici".
Intanto i familiari di Salvatore Lupo hanno presentato una articolata denuncia contro ignoti, sia per la sparizione delle medicine che sui liquidi corporei prelevati dal corpo del loro congiunto.

“Siamo convinti che il decesso - hanno concluso i difensori - sia stato causato dalle medicine prescritte e la ulteriore attività di indagine scientifica disposta dal giudice ed affidata a nuovi periti certamente contribuirà a stabilire la verità”.

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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