San Cipirello: scioglimento del Consiglio comunale, il Tar chiede al Ministero gli atti senza omissis

Dovranno essere depositati entro il 24 marzo

SAN CIPIRELLO, 5 marzo – Entro il 24 marzo dovranno essere depositati dal Ministero dell’Interno gli atti privi di “omissis” che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di San Cipirello.

A stabilirlo è un’ordinanza istruttoria depositata ieri dal Tar del Lazio dopo la camera di consiglio del 24 febbraio scorso. A presiederla il magistrato Antonino Savo Amodio. Il tribunale amministrazione ha rilevato l’inadempienza da parte del Ministero nei confronti di una sua precedente ordinanza. “Gli atti istruttori relativi alla procedura di scioglimento – faceva notare il Tar nel novembre 2019 – sono provvedimenti la cui conoscenza in forma integrale è propedeutica alla delibazione da parte di questo giudice nonché alla piena difesa in giudizio dei ricorrenti nell’ambito della controversia”.
Entro 20 giorni dunque dovranno essere prodotte le relazioni del Prefetto e della Commissione ispettiva di indagine e la delibera del Consiglio dei Ministri del 19 giugno 2019. Tutte in versione integrale. Ma nel rispetto della “natura riservata” dei documenti che parlano di presunte infiltrazioni mafiose.
A tal proposito la norma stabilisce la consegna degli atti “all’autorità giudiziaria richiedente, che ne cura la conservazione con modalità che ne tutelino la riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne visione senza estrarne copia”. I ricorrenti dunque potranno solo visionare le relazioni. Nel maggio dell’anno scorso l’udienza era stata rinviata.

Dai controlli emersero “frequentazioni e affidamenti” sospetti
Lo scioglimento del Consiglio comunale è stato deciso dopo un accesso ispettivo voluto dall’allora prefetto Antonella De Miro. Per quattro mesi furono passati al setaccio i documenti e i provvedimenti dell’amministrazione locale. E dai controlli emersero “scarsa trasparenza e atti illegittimi”, “frequentazioni e affidamenti a soggetti legati alla locale consorteria mafiosa”. Di qui lo scioglimento.
A presentare ricorsi sono stati però l’ex sindaco Vincenzo Geluso e gli ex amministratori Giovanni Randazzo, Nicolò Di Lorenzo, Claudio Russo, Giuseppe Clesi, Vincenzo Randazzo, Maria Grazia Lo Piccolo e Piera Rizzuto. Tutti assistiti dagli avvocati Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi e Massimiliano Valenza. La prossima udienza è fissata per il 26 maggio. L’avvocatura generale dello Stato si è costituita in giudizio.

 (fonte: vallejatonews.it)