Monreale, senza un piano regolatore il Comune rischia contenziosi per tre milioni di euro

Salvino Caputo

“In caso di soccombenza il Comune sarebbe travolto definitivamente”

MONREALE, 17 dicembre – "La mancanza del piano regolatore generale e il continuo ricorso a varianti e cambi di destinazione d'uso stanno comportando un grave disordine territoriale dal punto di vista urbanistico ed edilizio e, cosa ancor più grave, nell'immediato hanno determinato un anomalo contenzioso per oltre tre milioni di euro che rischia di travolgere definitamente, in caso di soccombenza, il già disastrato e dissestato comune di Monreale".

A dichiararlo è Salvino Caputo che ha evidenziato come la mancanza dello strumento urbanistico stia determinando effetti disastrosi nel nostro territorio a causa delle continue proposte di varianti e cambi di destinazione d'uso, strumenti necessari per consentire a privati di costruire nel nostro territorio.
“Certo la colpa, - afferma Caputo - non può ricadere sugli uffici, atteso che le stesse persone che devono lavorare al piano regolatore devono occuparsi di ordinaria amministrazione, opere pubbliche, varianti, compiti metrici e contabilità. Le responsabilità sono esclusivamente politiche e partitiche. La stessa Regione infatti - aggiunge - più volte ha inviato durante la giunta Capizzi diversi ispettori e commissari che sono andati via dopo avere preso atto che per motivi economici e politici non vi erano le condizioni per continuare. L'ultimo infatti si è arreso dopo avere appreso che nel bilancio non vi erano somme per le indagini geologiche e per altri adempimenti.


Adesso oltre al disordine territoriale sulla città incombono ben due contenziosi portati avanti da soggetti che chiedono al comune risarcimento danni per quasi tre milioni di euro e che portano avanti da anni un contenzioso che ha imposto al comune di pagare somme consistenti per spese legali con grave incertezza sul futuro. Ma la cosa più grave è – conclude Caputo - che il nuovo sindaco si troverà a gestire una situazione esplosiva determinata da una forte volontà politica di non dotare il comune del suo piano regolatore generale. Prova ne sia il fatto che in questi cinque anni di cambio di logica nessun atto di natura urbanistica è stato sottoposto al voto del consiglio comunale".