Circolo Italia, ieri la presentazione libro Fabio Giallombardo ‘Cosa Vostra, mafia ed istituzioni in Italia’

Numerose le riflessioni sull’uccisione di Pippo Fava, avvenuta per opera della mafia il 5 gennaio 1983

MONREALE, 19 ottobre - Presso la sede del Circolo di Cultura Italia, nel pomeriggio di ieri è stato presentato il libro di Fabio Giallombardo “Cosa Vostra, mafia ed istituzioni in Italia” che ne ha percorso la storia dalle origini ai giorni nostri e soffermandosi particolarmente sull’operato del giornalista Pippo Fava, ucciso dalla mafia catanese il 5 gennaio del 1983 da Maurizio Avola (poi collaboratore di giustizia), su mandato di Nitto Santapaola.

Quest’ultimo avrebbe con quell’omicidio preso due piccioni con una fava (utilizzando lugubremente un gioco di parole): avrebbe fatto un piacere ai cavalieri del lavoro catanesi cui il giornalista aveva dedicato numerose inchieste con il suo giornale “I Siciliani” e a Luciano Liggio, capo incontrastato della mafia palermitana.
L’autore, introdotto da Basilio Milatos, ha visto poi intervenire nel dibattito Manuela Quadrante, segretaria del Pd monrealese, la docente del liceo Basile Mirella Fedele che nei suoi programmi scolastici più volte si è soffermata su questo fenomeno. Ma soprattutto appassionanti e commoventi le testimonianze di Maria Badalamenti, il cui padre venne ucciso durante la guerra di mafia per una vendetta trasversale, proprio lui, nipote di Don Tano Badalamenti, che aveva da sempre rinnegato le implicanze mafiose familiari e che venne ucciso in quel di Marsala mentre si recava al lavoro il 2 giugno 1983. Ed a nulla valsero le indagini del giudice Falcone che lo scagionarono completamente o le testimonianze dei pentiti che ribadirono la sua estraneità all’ambiente mafioso, tutt’oggi si porta appresso oltre un cognome scomodo ma anche una pregiudizievole contrarietà di una certa antimafia di facciata.

Altra testimonianza considerevole ed appassionata quella apportata dalla madre del piccolo Claudio Domino, Gabriella Accetta, ucciso dalla mafia il 7 ottobre 1986 all’età di 11 anni, forse perché aveva assistito inconsapevolmente a qualcosa che non doveva vedere, che a tutt’oggi si aspetta di conoscere la verità. Ha ricordato che l’uccisione di suo figlio non è un caso isolato, ma sono stati ben 114 bambini uccisi dalla mafia, statistica che sfata il mito “cavalleresco” che la mafia non tocca le donne e i bambini.
I genitori del piccolo Claudio, sono oggi impegnati nelle scuole di tutt’Italia per trasmettere alle giovani generazioni questo messaggio.
Pubblico numeroso con la presenza di molti giovani studenti del liceo Basile coinvolti dalla loro docente Mirella Fedele ed apprezzabili i brani suonati al pianoforte tra un intervento ed un altro dalle bravissime sorelle Chiara e Sara Grimaudo.