La vicenda di Franco Martorana, una ‘Via Crucis’ senza fine

Franco Martorana

Il dipendente, assunto e subito dopo messo in pensione, non ha ancora percepito alcun compenso

MONREALE, 18 giugno - Sembra una telenovela messicana, di quelle che durano centinaia di puntate, la vicenda che riguarda Franco Martorana, l’ex dipendente del comune e dell’Ato Rifiuti Palermo 2, assunto dal municipio, seppur per pochi giorni nello scorso mese di aprile, prima di essere messo in pensione qualche giorno più tardi, dopo aver vinto la causa per il suo reintegro di fronte al tribunale del lavoro.

A distanza di quasi due mesi dal suo passaggio in quiescenza, l’ex dipendente non ha ancora percepito alcun emolumento. Una situazione paradossale, della quale ci siamo più volte occupati, che ancora appare, purtroppo, assai lontana dalla conclusione.
Sinteticamente la vicenda di Franco Martorana può essere riassunta brevemente: 66 anni, dipendente del Comune dal ’90 al 2005, poi nel gennaio 2006 è stato assunto nella “Alto Belice Ambiente spa”, la società che ha curato il servizio di smaltimento dei rifiuti per conto dell’ex Ato Palermo 2, fino al suo fallimento. Frattanto, però, Martorana, più volte aveva chiesto il reintegro nei ranghi della pianta organica comunale, adducendo leggi e precedenti in suo favore, ma le sue richieste erano cadute puntualmente nel vuoto. Richieste che, però, erano state accolte dal tribunale del Lavoro di Palermo, che ne aveva disposto il reintegro nella pianta organica comunale.
Da quel momento, però, quando il dipendente riteneva di aver passato lo striscione dell’ultimo chilometro, cominciava una Via Crucis, che non ha ancora avuto fine. Prima il comune decideva di impugnare la sentenza, poi, una volta che il tribunale dichiarava inammissibile il ricorso del municipio sulla esecutività della sentenza, ha dovuto alzare bandiera bianca, dovendo “arrendersi” ad assumerlo. Non prima, però, di aver predisposto un laborioso iter burocratico, conclusosi con l’assunzione del 17 aprile scorso.

Tutto finito, quindi? Niente affatto, anche perché Martorana, che frattanto il 1 maggio è andato in pensione per sopraggiunti limiti di età, dopo un reintegro quasi beffardo di soli 13 giorni, non è ancora stato pagato. Intanto non ha ancora ricevuto la pensione per degli errori di calcolo dell’Inps, ma frattanto, non ha percepito nemmeno quello che avrebbe dovuto corrispondergli il comune, relativo al periodo pregresso (2015-2018), così come gli spetterebbe.
Alla base del mancato pagamento ci sarebbe una difformità nel trattamento economico: il Comune che avrebbe avallato soltanto quello legato al livello retributivo del dipendente, il tribunale invece, che ha disposto quello ricevuto quando questi era dipendente dell’Ato, maggiore rispetto a quello del Comune, che applica il contratto degli Enti Locali. Il risultato è che per Martorana sono sopraggiunte delle comprensibili ed inevitabili difficoltà economiche.
“Si tratta di un ostruzionismo creato artatamente – tuona il segretario aziendale della Cgil, Silvio Russo, che fin dall’inizio ha seguito le sorti di Martorana – quasi di un accanimento personale, fondato su questioni giuridiche difficilmente giustificabili. La Cgil è pronta a far valere le ragioni del dipendente in tutte le sedi per porre fine ad un’ingiustizia grossa che è ormai sotto gli occhi di tutti”.