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Monreale, il mistero dell’acqua sabotata: ecco cosa è successo

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Qualcuno si è introdotto furtivamente all’interno del serbatoio “Abbiviraturi”

MONREALE, 18 dicembre – Sembra un mistero che dura ormai da un giorno e mezzo. L’acqua che non viene erogata per circa 24 ore e che poi, quando torna nelle case delle persone, non può essere utilizzata per fini potabili, ma solo per quelli igienico-sanitari.

Un mistero che, però, sembra diradarsi e che, speriamo, potrebbe concludersi già nella giornata di domani. Noi abbiamo provato a capire cosa è successo. Ecco i fatti.
Sabato ad uno degli impiegati del comune, addetto all'acquedotto, viene sottratto il marsupio dalla macchina contenente le chiavi del serbatoio comunale, chiamato “Abbiviraturi”, nel quale avviene la clorazione dell’acqua che viene messa in rete. Domenica gli addetti al servizio acquedotto si accorgono che qualcuno vi è entrato, ma senza segni di effrazione, pertanto dopo aver aperto i locali con le chiavi. Scatta allora immediatamente la denuncia alla stazione dei carabinieri di Monreale. Allo stesso tempo, però, si pone una domanda: e se qualcuno entrando dentro i locali del serbatoio avesse sabotato l’acqua? Ecco che allora i tecnici del comune, in accordo con l’assessore Santo D’Alcamo, decidono di chiudere l’erogazione, per non correre rischi. Hai visto mai…?

Per tutta la giornata di ieri, quindi, alcune zone della città rimangono a secco. Frattanto, già nella giornata di ieri, viene interessata l’Asp, alla quale vengono inviati i campioni per verificare l’eventuale presenza di sostanze non a norma. L’azienda sanitaria, effettuate le analisi, fa sapere che, fortunatamente, non ci sono problemi, ma per rilasciare l’autorizzazione all’utilizzo dell’acqua, per legge deve attendere che trascorrano almeno 48-72 ore.

Il Comune, tramite i suoi tecnici, però, per non lasciare ancora a secco il paese, effettua una manovra, immettendo in rete acqua dai pozzi di Boarra (zona Spartiviolo) e dal pozzo Termini (circonvallazione). Acqua buona e che non ha mai dato problemi, ma che non può essere clorata, poiché la clorazione avviene, come detto, soltanto al serbatoio “Abbiviraturi”, conosciuto dai monrealesi, perché nei suoi pressi fa sosta la processione del SS.Crocifisso, prima del suo ritorno verso la Collegiata.

Cosa succede, allora? Succede che l’acqua che circola per ora in rete, pur essendo sostanzialmente buona, non può essere dichiarata ufficialmente “potabile”. Ecco perché il Comune, con numerosi avvisi, diffusi per le strade, invita i cittadini ad utilizzare l’acqua solo per fini igienico-sanitari, ma non per quelli potabili. Tutto qui.
La situazione tornerà alla normalità, anche dal punto di vista formale, non appena l’Asp rilascerà il certificato di potabilità. Frattanto, come fa sapere l’assessore ai Servizi Idrici, Santo D’Alcamo, il serbatoio “Crocifisso” sarà dotato presto di telecamere. “Non possiamo tollerare che per il ghiribizzo di qualche mascalzone, si metta in ginocchio una città”. E noi, alla luce di questi chiari di luna, siamo totalmente d’accordo con questa soluzione.

· Enzo Ganci · Editoriali

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