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La figura del capitano Basile è sempre centrale nel ricordo collettivo della città

| Enzo Ganci | Cronaca varia

L’ufficiale fu assassinato a piazza Canale il 4 maggio 1980

MONREALE, 3 maggio – 43 anni sono passati, ma ci si accorge che il ricordo è sempre vivo. Anzi, è più vivo che mai. La figura del capitano Emanuele Basile, comandante della compagnia dei carabinieri di Monreale, ucciso dalla mafia il 4 maggio 1980, è sempre centrale nella memoria dei monrealesi.

Per ricordare la figura dell'ufficiale che comandava la compagnia di Monreale, domattina l'Arma dei carabinieri, di concerto con l'amministrazione comunale, terrà una breve cerimonia di commemorazione. Alle 10, a piazza Canale, luogo del delitto, una corona d'alloro sarà deposta alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose. Ma perchè fu ucciso Basile?
Il capitano di origine tarantina, allora poco più che trentenne, con le sue investigazioni era stato fra i primi a comprendere la portata delle attività illecite del clan dei corleonesi. Ad eliminare l'ufficiale ci pensò un commando composto da Vincenzo Puccio (poi assassinato nel carcere dell'Ucciardone a colpi di bistecchiera), Armando Bonanno (successivamente «inghiottito» dalla lupara bianca) e Giuseppe Madonia, della «famiglia» di Resuttana. A fornire il supporto logistico, invece, fu Giovanni Brusca, così come egli stesso ammise. I tre killer furono prima bloccati, poi rilasciati. Ci vollero ben sette processi perché fossero condannati definitivamente all'ergastolo, assieme ai boss della commissione di Cosa Nostra.

Il commando che eliminò il capitano Basile entro in azione poco dopo la mezzanotte. Basile stava tornando a casa assieme alla moglie ed alla figlioletta Barbara che allora aveva quattro anni. Era reduce dal ricevimento che il Comune aveva dato a Palazzo di Città in occasione dei festeggiamenti del SS. Crocifisso. Gli assassini si erano confusi tra la folla, aspettando l'arrivo della vittima a piazza Canale. Sapevano con certezza che l'ufficiale sarebbe passato da lì. Spararono numerosi colpi fra la folla, diretti al capitano. La moglie sfuggì all'agguato per miracolo: fu salvata dall'agendina d'argento conservata nella sua borsa.

Monreale oggi ricorda ancora il capitano Basile nella toponomastica cittadina con l'intitolazione di una piazza adiacente la via Venero, del liceo classico (che ha già 40 anni) e della villa comunale, dedicata pure al capitano Mario D'Aleo, suo successore al comando della compagnia dei carabinieri di Monreale, che da Cosa Nostra fu assassinato il 13 giugno del 1983 nell'agguato di via Scobar.

 

 

  

· Enzo Ganci · Editoriali

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