La via da intitolare a Enzo Rossi, la famiglia: “Un riconoscimento all’artigiano e all’opera dei pupi, patrimonio immateriale dell’umanità”
Riceviamo e pubblichiamo…
MONREALE, 18 dicembre – La recente decisione di intitolare una strada nel territorio di Monreale a mio padre Enzo Rossi, con la delibera di giunta municipale di questi giorni, rappresenta un riconoscimento della collettività monrealese verso un nostro concittadino, artista costruttore dei paladini, celebrati nell’opera dei pupi.
Riconoscimento che va ricercato nell’interesse verso una forma d’arte - quella dell’artigianato dei famosi pupi siciliani - che fa parte della nostra tradizione e che ha avuto in mio padre un appassionato cultore, e che rappresenta un prestigioso riconoscimento nei riguardi di un uomo, che ha speso tanta parte della sua vita al mestiere di puparo, divulgando anche, oltre i limiti della nostra Monreale, le gesta dei paladini cantate nell’epopea cavalleresca.
Pertanto, sento il dovere e il piacere di ringraziare a nome della mia famiglia, l’amministrazione comunale nella persona del sindaco Piero Capizzi e la sua giunta, che ha raccolto la richiesta di assegnazione di un toponimo nel territorio di Monreale, la commissione toponomastica, la dirigenza comunale e tutti coloro che a vario titolo si sono adoperati affinché tale assegnazione diventasse possibile.
Luoghi e personaggi caratterizzano e rafforzano il senso di appartenenza di una comunità: in quest’ottica va ricercato il significato che si intende perseguire attraverso la memoria del proprio passato, nella costruzione del proprio presente, gettando le basi per un futuro migliore.
Un percorso umano e professionale che va dalla prima intervista Rai realizzata dagli alunni della scuola media annessa all’Istituto d’Arte di Monreale nella rubrica tv “Impariamo ad imparare “Ricerca sull’Artigianato in Sicilia” trasmessa il 10 marzo 1972, all’incontro con la docente di letteratura Jo An Cavallo della Columbia University di New York del 2002 nel teatro dell’opera dei pupi “Guglielmo” a Monreale.
Dalla citazione del puparo monrealese in un saggio su Boiardo e Ariosto nell’opera dei pupi, della docente newyorchese di prossima pubblicazione, alla collaborazione e frequentazione dei teatrini dell’opera dei pupi, dei più bravi maestri pupari dell’area palermitana, fino alla recente notizia del restauro dei pupi realizzati circa cinquant’anni fa, che andranno a far parte del museo delle tradizioni popolari della collezione Pandolfo, ubicato nel foyer del teatro Lelio a Palermo.
Le tante iniziative realizzate nel territorio tendenti alla divulgazione e alla conoscenza di un mestiere - quello della costruzione dei paladini e dell’opera dei pupi a Monreale - alcune patrocinate dal Comune di Monreale hanno favorito la riscoperta di una tradizione popolare che rischiava di cadere nell’oblio. Gli incontri con gli alunni degli istituti scolastici di Monreale, gli spettacoli dell’opera dei pupi organizzati dai centri aggregativi anziani di Monreale, dai commercianti alla Ciambra, alla casa della cultura di Santa Caterina e al Circolo di Cultura “Italia” hanno contribuito a riportare alla ribalta una tradizione culturale, espressione del popolo siciliano, che oggi più di prima, deve essere tutelata e valorizzata.
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