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L'avvocato Francesco Pepe

Monreale, una donna cade in un pozzetto irriguo: il tribunale condanna il comune

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

È successo in via Mulini. Settemila euro la cifra stabilita dal giudice a titolo risarcitorio

MONREALE, 14 febbraio – Un tombino sollevato, soprattutto se coperto da fogliame, oltre che essere dannoso per la salute dei cittadini, lo diventa anche per le casse del Comune. Monreale non fa certo eccezione e quelli che ci sono a volte fanno danno.

Come successo ad una donna monrealese che il 30 novembre del 2017 si imbattè in uno di questi, in via Mulini, cadendovi dentro e facendosi molto male. Adesso, però le sue traversie hanno trovato ristoro, perlomeno economico, dal momento che il giudice di pace, Davide Romeo ha condannato il comune di Monreale, proprietario, a risarcire la donna con una somma di poco superiore ai 7 mila euro.
La malcapitata, in sede di giudizio, assistita dall’avvocato Francesco Pepe (nella foto), ha portato pure la testimonianza di un’altra donna, che è stata ascoltata e che ha raccontato una versione dei fatti che coincide con quella della vittima della caduta.

Il comune, da parte sua, ha cercato di dribblare la condanna, chiamando in causa il consorzio irriguo “Vignazza e Aquino”, sostenendo come la responsabilità ricadesse sulle spalle di quest’ultimo, dato che il tombino sollevato era la copertura di un pozzetto destinato ad irrigare gli agricoltori della zona.
Non di questo avviso, invece, il giudice che ha affermato come “custode” sia quello che materialmente e concretamente si trovi ade esercitare i poteri di controllo e di sorveglianza sulla cosa in questione. Il consorzio, peraltro, rappresentato dall’avvocato Francesco Ganci, ha affermato che di quel pozzetto fa uso soltanto nei mesi estivi.

Al comune non è servito affermare che la donna, la cui dimora è ubicata in prossimità dell’area teatro del sinistro, osservando le comuni regole di diligenza ed accortezza, sarebbe stata in grado di evitare la presunta insidia e conseguentemente il verificarsi dell’infortunio.
Il giudice, pertanto, prendendo atto del “politrauma contusivo-distorsivo, specificamente a carico del ginocchio e della spalla destra” e dei danni permanenti che gravano adesso sul fisico della donna (che ha dovuto cacciare, tra l’altro, più 700 euro di tasca propria per le necessarie cure mediche), ha condannato il comune a risarcire la donna con 7 mila euro, più 4 mila di spese di lite e scagionando il consorzio “Vignazza e Aquino”.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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