La vicenda ha riguardato una donna monrealese di 56 anni. Adesso chiederà di essere risarcita
MONREALE, 17 novembre – Quella grossa vincita online non ha fatto reddito e non ha arricchito il suo patrimonio. Nessuna accusa di truffa, pertanto, le si può imputare. Anzi: non è escluso che le somme che le sono state tolte le possano essere restituite.
Si è conclusa con un'assoluzione “perchè il fatto non sussiste” il processo a carico di R.G., una donna monrealese di 56 anni, percettrice del reddito di cittadinanza ed accusata di truffa a cui era stato tolto il sussidio.
La donna, infatti, risultava titolare di due conti gioco online e nel 2019 su questi aveva vinto la ragguardevole somma di 38 mila euro. Puntuali, allora, probabilmente a causa dell'ammontare della cifra, erano scattate le indagini della Guardia di Finanza che le aveva contestato di non aver dichiarato quella grossa somma che avrebbe fatto cambiare la sua situazione patrimoniale, privandola del diritto di beneficiare del reddito. Le conseguenze erano state la denuncia per truffa e l'immediata sospensione dell'erogazione del sussidio per indebita percezione.
In sede processuale, però, la donna, assistita dall'avvocato Piero Capizzi (nella foto), ha dimostrato che sì aveva vinto la somma di 38 mila euro, ma frattanto aveva giocato quella ancor più grossa di 41 mila. Numeri, pertanto, che non le consentivano di modificare la sua situazione reddituale, anche perchè quelle somme non si erano trasformate in denaro sonante, ma erano rimaste nei conti gioco online.
La tesi è stata accolta dal Gup Filippo Serio, che con rito abbreviato ha assolto la donna, come detto, perchè il fatto non sussiste, nonostante il piemme avesse chiesto la condanna a un anno e quattro mesi.
“Sulla base di questa sentenza – commenta adesso l'avvocato Capizzi – la signora potrà richiedere e probabilmente ottenere tutte quelle mensilità del reddito di cittadinanza che non le sono state erogate in funzione proprio di questo accertamento sulla sua situazione patrimoniale”.