Palermo, tonno e pesce spada senza traccia: scatta il sequestro dei finanzieri
Alcuni esemplari rinvenuti erano pure “sottomisura”
PALERMO, 21 giugno – Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nel corso di tre distinte operazioni, hanno sottoposto a sequestro complessivamente novanta esemplari di tonno rosso e nove esemplari di pesce spada non tracciati, per un totale di circa dieci tonnellate di pescato.
In particolare, nel primo intervento, le Fiamme Gialle di Bagheria hanno individuato alcuni furgoni provenienti dal porto della frazione marittima di Porticello, nel comune di Santa Flavia, che di notte procedevano speditamente verso un deposito riconducibile a una nota pescheria di Bagheria, nel quale erano stoccati, prima di essere immessi in vendita nei principali mercati ittici della zona, sedici esemplari di tonno rosso (Thonnus thynnus) privi del documento di cattura B.C.D. (Bluefin Tuna Catch Document), un modello con cui viene garantita la tracciabilità delle diverse fasi della filiera di sfruttamento di questa specie ittica, dalla sua cattura alla successiva commercializzazione.
Nel secondo intervento, invece, i militari, seguendo dei furgoni provenienti dalla medesima località portuale, hanno individuato un deposito abusivo gestito da un soggetto privo di partiva IVA e SCIA, al cui interno sono stati rinvenuti quarantaquattro esemplari di tonno rosso e nove esemplari di pesce spada, anche in questo caso privi dei documenti obbligatori a garanzia della tracciabilità della filiera di sfruttamento.
Peraltro, venticinque tra gli esemplari rinvenuti sono risultati essere “sottomisura”, ovvero con un peso o una lunghezza inferiori rispetto alle taglie minime per cui è consentita la pesca (30 kg di peso o 115 cm di lunghezza alla forca per il tonno e 100 cm di lunghezza dal rostro alla coda per il pesce spada).
Infine, nel corso di un terzo intervento eseguito unitamente a personale della Guardia Costiera della Direzione Marittima di Palermo e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto altri trenta esemplari di tonno rosso, sempre privi della documentazione obbligatoria, all’interno del deposito di una impresa con sede a Bagheria operante nel settore della rivendita all’ingrosso di prodotti ittici.
Per quanto sopra i responsabili sono stati segnalati all’Autorità marittima e all’Assessorato Regionale alle attività produttive ai sensi del d.lgs. 04/2012 che prevede, oltre alla confisca del pescato privo di tracciabilità, una sanzione pecuniaria che va da un minimo di € 1.000 a un massimo di € 6.000, sanzione aumentata di un terzo in quanto la specie ittica del tonno rosso è considerata a rischio estinzione.
Inoltre, nei confronti del soggetto detentore del deposito abusivo sono state irrogate anche le ulteriori sanzioni previste per la pesca e la detenzione di prodotti ittici cosiddetti “sottomisura” e per l’esercizio di un’attività commerciale in assenza di autorizzazione, condotte che prevedono delle sanzioni amministrative che vanno dai 12.500 € ai 150.000 €, la prima, e da un minimo di 1.549 € a un massimo di 15.493 €, la seconda.
Le 10 tonnellate di tonno e pesce spada sequestrate, essendo state certificate come idonee al consumo alimentare da parte dell’Autorità Sanitaria locale, per qualità e conservazione, sono state devolute in beneficenza direttamente dai militari operanti alla ONLUS “Banco Alimentare Sicilia Occidentale”.
La pesca degli esemplari sottoposti a sequestro è disciplinata da rigide regole di contingentamento e tracciamento finalizzate, da un lato, a impedire che vengano immessi sul mercato prodotti ittici non sicuri per la salute dei consumatori e, dall’altro, a garantire la sopravvivenza di queste specie a rischio di estinzione a causa di una pesca intensiva foraggiata anche da un fiorente mercato nero che ricerca continuamente tali prodotti per la loro prelibatezza e per gli ingenti guadagni derivanti dalla relativa vendita.
I controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle perseguono pertanto una duplice finalità: quella di garantire che le attività commerciali che operano nella legalità non subiscano la concorrenza di chi opera in violazione di legge, e quella di evitare che il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggi il mercato del pescato locale e nazionale, caratterizzato da elevati standard di qualità attraverso la completa tracciabilità della filiera di sfruttamento.
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