Per il giudice il fatto non sussiste. L’uomo potrà tornare a percepire il reddito di cittadinanza
PALERMO, 23 febbraio – La compagna era residente in altro comune e per questo non era stata inserita nel modello Isee necessario a percepire il reddito di cittadinanza. Per questo è stato assolto Guido Caruso: per lui “il fatto non sussiste”.
È la vicenda che riguarda un monrealese, di 52 anni, residente a San Martino delle Scale, che era stato accusato dai carabinieri della stazione della frazione montana di avere inserito nel modello Isee dell’Inps false dichiarazioni sulla composizione del nucleo familiare per percepire il reddito di cittadinanza.
Aveva subito il sequestro della carta, la revoca delle somme percepite ed era stato rinviato a giudizio per truffa aggravata in danno dell’INPS. Dopo 4 anni di processo Caruso è stato oggi assolto dal giudice monocratico del Tribunale di Palermo, perché, come detto, il fatto non sussiste. L’episodio risale al 2 ottobre 2019 quando i Carabinieri di San Martino delle Scale dopo avere verificato che Caruso non aveva inserito nel modello Isee la compagna convivente, sequestrarono la carta relativa al reddito di cittadinanza e l’Inps, revocò il possesso della carta di credito, sospendendo le relative elargizioni con contestuale procedura di recupero coattivo delle somme percepite.
I difensori dell’uomo, gli avvocati Salvino e Giada Caputo e Francesca Fucaloro, avviarono subito investigazioni difensive presso gli uffici Inps e negli archivi del patronato di riferimento, dimostrando che Caruso negli ultimi 10 anni aveva predisposto l’Isee senza l’inserimento della convivente. La difesa, attraverso dichiarazioni testimoniali ha dimostrato che la convivente risiedeva stabilmente nel Comune di Altofonte, in immobile di proprieta’ e che mai aveva cumulato il proprio reddito con quello del compagno.
Inoltre Salvino e Giada Caputo hanno dimostrato che non avrebbero sarebbe stato effettuato alcun controllo finalizzato a dimostrare la stabile convivenza tra Caruso e la compagna all’interno dello stesso immobile. Dimostrazione supportata dal certificato di residenza storico e dalle utenze elettriche a dimostrazione della stabile permanenza della compagna in altro comune . Con la sentenza di assoluzione il giudice ha anche ordinato all’Inps di restituire la carta di reddito di cittadinanza . “ Felici di avere dimostrato – hanno aggiunto Salvino e Giada Caputo, che ha curato tutte le investigazioni difensive – che il nostro assistito, ha operato con correttezza nei riguardi dell’INPS che adesso dovra’ corrispondere le somme trattenute, con gli interessi”.