I dispositivi sono stati bloccati e sono inutili per chi li detiene
MONREALE, 4 novembre – "Durante il ponte di Ognissanti, tra la notte di giovedì 31 ottobre e quella di domenica 3 novembre, il plesso di San Martino delle Scale della scuola Margherita di Navarra è stato oggetto di un grave episodio di effrazione e vandalismo".
Ad affermarlo è la dirigente scolastica della scuola Margherita di Navarra, Patrizia Roccamatisi. “Gli ignoti, penetrati all’interno dell’edificio – aggiunge – hanno causato danni strutturali significativi: porte divelte, estintori svuotati lungo i corridoi e spazi comuni danneggiati. Un gesto che non solo ha reso l’edificio inagibile per gli studenti, privandoli di un luogo sicuro dove crescere e imparare, ma ha anche portato al furto di otto iPad, dispositivi cruciali per le attività didattiche e i progetti extracurricolari.
Questa violazione non rappresenta solo un danno materiale; è un grave colpo inferto a una comunità scolastica che funge da radice e pilastro per il futuro dei giovani cittadini. La scuola è uno spazio sacro per la formazione dei futuri membri della società, un luogo in cui si gettano le basi dell’educazione civica e della crescita personale. Colpire un istituto scolastico significa aggredire non solo una struttura fisica, ma l’intera comunità che essa rappresenta, minando il percorso educativo e formativo di decine di alunni. Le conseguenze di questo atto irresponsabile non riguardano solo il presente, con l’interruzione delle lezioni e delle attività didattiche, ma anche il futuro del territorio: una generazione privata dei mezzi educativi necessari potrebbe essere meno preparata ad affrontare le sfide sociali e culturali che li attendono.
Oltre al danno ai locali, il furto degli iPad rappresenta una perdita significativa per l’apprendimento digitale degli alunni. Questi dispositivi, gestiti da una piattaforma di controllo e dotati di sistemi di geolocalizzazione, sono già stati bloccati dall’istituto, rendendoli inutilizzabili e privi di qualsiasi valore per chi li ha sottratti, sia in termini di utilizzo che di vendita.
L’appello è forte e accorato: i dispositivi sottratti non hanno utilità per chi li ha presi, ma sono fondamentali per i ragazzi che li usano per la propria formazione. Restituirli è un atto dovuto alla comunità e al futuro di questi giovani, il cui diritto all’istruzione è stato violato