San Cipirello, non fu diffamazione, ma dialettica politica: assolto l’ex sindaco Geluso

Assieme a lui il vice Giuseppe Clesi. La denuncia era stata presentata dal consigliere comunale Gaspare Scannaliato

PALERMO, 9 dicembre - L'ex sindaco di San Cipirello, Vincenzo Geluso e il vice, Giuseppe Clesi sono stati assolti dal reato di diffamazione nei confronti del consigliere comunale Gaspare Scannaliato.

Questa mattina, infatti, il giudice di pace di Palermo, al termine di una camera di consiglio di oltre un'ora, ha accolto le argomentazioni difensive degli avvocati Salvino e Giada Caputo, Francesca Fucaloro e Vincenza Lupo e ha assolto i due ex amministratori respingendo le accuse di Scannaliato, che nel frattempo si era costituito parte civile denunciando di essere stato leso dalle affermazioni pubbliche del Geluso.

I fatti risalgono al mese di ottobre del 2018 quando nel corso delle seduta consiliare dedicata alla risoluzione dei problemi legati alla gestione del servizio cimiteriale comunale, Geluso contestava a Scannaliato di avere acquistato una consistente quantita' di diserbante a nome del Comune e di non avere provveduto al pagamento. Di conseguenza la ditta fornitrice aveva rifiutato , stante il debito, la fornitura di liquidi per la bonifica del cimitero. A seguito di una accesa discussione in consiglio comunale Scannaliato presentava presso la stazione dei carabinieri di San Cipirello una denuncia per diffamazione aggravata.

I difensori di Geluso e di Clesi, presentavano diverse dichiarazioni testimoniali acquisite attraverso investigazioni difensive, dimostrando che Geluso si era limitato a dare una informativa al Consiglio comunale senza esprimere giudizi diffamatori nei confronti di Scannaliato, producendo, tra l'altro, un documento che attestava l'acquisto del diserbante proprio ad opera del consigliere comunale. "Abbiamo dimostrato - hanno precisato gli avvocati Giada e Salvino Caputo – che, in ogni caso, la vicenda rientrava nella normale dialettica politica propria di un consesso comunale, rivendicando in favore di Geluso e Clesi il diritto alla critica politica”.