Nessuna violenza sessuale, assolto giovane monrealese

Decisive le intercettazioni alla ex compagna: il rapporto ci fu, ma fu consensuale

PALERMO, 22 luglio – Quelle dichiarazioni erano contradditorie e le intercettazioni telefoniche ed ambientali successive non avrebbero fatto altro che confermarlo. Su questi presupposti è stato assolto oggi C.C. un giovane monrealese non ancora trentenne, accusato di violenza sessuale ai danni della sua ex compagna.

Un’accusa pesante, tanto più che – secondo la parte offesa – sarebbe stata perpetrata alla presenza del figlio minore, un bimbo di tre anni, che costò pure al giovane diversi mesi di carcere e la successiva collocazione ai domiciliari.
Oggi a liberare il monrealese da questo pesante fardello giudiziario è arrivata la sentenza della seconda sezione penale collegiale del Tribunale di Palermo, presieduta da Roberto Murgia (a latere Elisabetta Villa e Stefania Galli), che ha assolto C.C. perché il fatto non sussiste.
Gli accadimenti risalgono al 22 dicembre 2018, quando, con la pesante accusa di violenza sessuale aggravata, il giovane monrealese fu arrestato dai carabinieri di San Martino a causa delle dichiarazioni della sua ex compagna che lo avrebbero inchiodato alla sua grave colpa, affermando di avere subito la violenza in macchina alcuni giorni prima. Lui, però, si era sempre professato innocente, al punto da presentare a sua volta una contro-denuncia per calunnia nei confronti della donna.


Ne scaturì un’indagine approfondita, condotta dai carabinieri di Monreale, che su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo, effettuarono pure delle intercettazioni telefoniche ad ambientali. E furono proprio queste a fare sorgere i primi dubbi agli inquirenti, che cominciarono a farsi l’idea che il rapporto fra i due giovani ci fosse stato, ma, consensualmente e quindi senza violenza.
In sede dibattimentale la difesa di C.C., costituita dall’avvocato Piero Capizzi, ha puntato proprio sulla questione delle intercettazioni, sottolineando la loro contraddittorietà. Ipotesi che è stata accolta dai giudici, che hanno assolto il giovane, nonostante l’accusa avesse richiesto sei anni di reclusione, disponendo, inoltre, la sua immediata scarcerazione.