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Il tribunale di Messina

Era stato accusato di stalking ed affidato ad una struttura riabilitativa, adesso torna a casa in libertà vigilata

| Enzo Ganci | Nera e giudiziaria

S.S., trentenne, era stato giudicato incapace di intender e di volere

MONREALE, 6 agosto – Torna a casa, in regime di libertà vigilata, S.S, il trentenne monrealese per il quale un anno fa il tribunale aveva disposto il soggiorno presso la struttura riabilitativa di Messina, a seguito del suo arresto eseguito dai carabinieri di Monreale, dovuto ai comportamenti persecutori che il giovane avrebbe attuato nei confronti di una ragazza della quale si era invaghito.

A disporre la cessazione della misura restrittiva è stato il tribunale di sorveglianza di Messina che ha accolto la tesi del difensore del giovane, l’avvocato Alessandro Musso, ritenendolo non più socialmente pericoloso ed imponendogli, come detto, esclusivamente la libertà vigilata presso il comune di residenza.
S.S., circa un anno e mezzo fa, per una serie di traversìe anche giudiziarie, per lo più legate a vicende sentimentali, in relazione ad una di queste, era stato ritenuto dal giudice incapace di intendere e di volere in occasione del compimento del reato per il quale è stato processato. Il giudice, però, nell’emettere quella sentenza lo riconosceva incapace e disponeva la misura di sicurezza, corrispondente ad un trattamento presso una “Rems”, cioè una struttura residenziale sanitaria gestita dalla sanità territoriale in collaborazione con il ministero della Giustizia nella quale il paziente è stato avviato verso un percorso terapeutico riabilitativo.
Come detto S.S. dopo circa un anno di soggiorno presso la Rems ha avuto riconosciuta una misura di sicurezza meno afflittiva ed è tornato a casa.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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