Buried - Sepolto (2010)

Torniamo a parlare di ottimo cinema iberico, grazie al coraggio e al talento di Rodrigo Cortés, regista emergente che stupisce tutti e strega letteralmente il "Sundance" con un'opera costruita su un'incredibile unità spazio-temporale. Buried tiene con il fiato sospeso e instilla nello spettatore l'esigenza di fuggire via da un incubo insopportabile ma tremendamente accattivante nella sua costruzione. Il film, che si inserisce nel filone a basso costo che ha portato al successo alcune produzioni più o meno recenti (soprattutto horror), ha anche il merito di non scadere negli eccessi interpretativi.

Non si sa niente di Paul Conroy (Ryan Reynolds), solo che si è risvegliato dopo aver perso i sensi e si è ritrovato al buio, rinchiuso in una cassa di legno sotto le sabbie del deserto iracheno. Di lavoro fa il trasportatore per una società americana e dopo un'imboscata si ritrova sepolto vivo, con poca aria a disposizione, un telefono cellulare con l'impostazione sulla lingua araba, un accendino e un'ansia terrificante che non gli permette di ragionare lucidamente.

Frozen (2010)

Il filone dei film catastrofici è in pratica uno dei più longevi, ricchi e fortunati della storia del cinema. Le ragioni sono semplici quanto lampanti: la palpitazione e la situazione off limit tengono incollati gli spettatori trasversalmente rispetto a estrazione culturale e aspettative. Ovviamente quando la ricerca dell'effetto prevarica sulla cura per la narrazione o, peggio, sulla qualità dell'interpretazione, tutti i colpi di scena del mondo non bastano per decretare la buona riuscita dell'opera. Fortunatamente, con questo Frozen, siamo in presenza di un film ben confezionato che non vi deluderà.

Una divertente giornata di sci si trasforma in un incubo per tre giovani snowboarders - Emma (Parker O'Neil), Shawn (Joe Lynch) e Kevin (Dan Walker) - quando restano bloccati sulla seggiovia prima della loro ultima discesa. Dopo che le luci dell'impianto sciisctico vengono spente, i tre realizzano con orrore di essere stati abbandonati sospesi nel vuoto senza alcuna possibilità di scendere. Con il resort chiuso fino al successivo weekend e lo spettro dell'ipotermia, il trio ricorre a misure disperate.

L'uomo nell'ombra (2010)

Con L'uomo nell'ombra, il grande Roman Polanski si riappropria dei suoi registri più congeniali, catapultandosi insieme ai suoi protagonisti e a noi spettatori in un labirinto misterioso e tra le tessere di un puzzle per la cui ricostruzione saremo però costretti ad attendere il finale; il tutto condito da ottimo humor british e da un contesto naturale affascinante che fa da contrappunto alle gesta dello scrittore protagonista. Il modello di riferimento, mai come in questo caso, è il cinema di Alfred Hitchcock, restando però sempre fedele al romanzo di base, il best-seller di Robert Harris The Ghost Writer.

Eccovi la trama in breve. Dopo aver lasciato il suo l'incarico, in seguito alla morte in un disgraziato incidente del suo predecessore, il premier britannico Adam Lang (Pierce Brosnan) accetta uno dei più cospicui anticipi della storia per scrivere uno scottante memoriale sulla sua vita e sugli anni in cui è stato al potere. Per completare il libro, Lang assolda un ghostwriter (Ewan McGregor) che ben presto scopre molti più segreti di quanti l'ex primo ministro intenda rivelare.

The Fighter (2010)

Il Cinema ha spesso raccontato la boxe. La "nobile arte" si presta magnificamente alla fiction perchè gli uomini che la praticano - dal campione del mondo al ragazzo di periferia che sfoga la sua rabbia sul sacco - diventano automaticamente modelli eroici di sacrificio e sofferenza. Probabilmente si deve alla coppia Avildsen/Stallone con il celeberrimo "Rocky" il punto massimo di successo del genere, ma gli esempi da citare sarebbero davvero infiniti. Uno su tutti: "Alì" di Michael Mann, un capolavoro.

Ora tocca a "The Fighter"; eccovi la trama in breve. Dicky Eklund (Christian Bale) è l'orgoglio dell'intera cittadina - in passato ha combattuto contro Sugar Ray Leonard - ormai caduto in disgrazia per l'uso di droghe. Nel frattempo anche il fratellastro Micky Ward (Mark Wahlberg) è diventato un pugile, la sua carriera è appena agli esordi ed è gestita dalla madre Alice. Nonostante il suo impressionante gancio sinistro, Micky però continua a perdere sul ring. Micky capisce infatti che ha bisogno del fratello e di tutta la sua famiglia per poter vincere.

Paul (2011)

Pur inserendosi a pieno titolo in una tradizione cinematografica ben precisa, questo "Paul" stravolge i canoni del film sull'incontro ravvicinato e ha il grande merito di puntare sulla commedia on the road in cui l'alieno è tanto motore della storia, quanto semplicemente uno dei tanti ingredienti che la rendono viva e spassosissima. In tal modo il citazionismo pur presente (impossibile evitare eco spielberghiane) diviene un escamotage per rendere briosa una pellicola che ha nei suoi interpreti -  reali e digitali - il vero punto di forza.

LA TRAMA. Graeme Willy (Simon Pegg) e Clive Gollings (Nick Frost) sono due fanatici della science-fiction che sognano di raggiungere l'Area 51, base militare top secret ritenuta depositaria di UFO. Per decenni hanno messo da parte i soldi per fare il viaggio della vita, ma non sanno ancora che proprio durante questo viaggio incontreranno una creatura davvero speciale: Paul, extraterrestre sui generis!! Così una vacanza da sogno si trasforma inaspettatamente in un caotico viaggio on the road.

Melancholia (2011)

Dopo il deludente e incomprensibile Antichrist, il regista danese del "dogma" Lars Von Trier stupisce tutti con un'opera solidissima e fortemente poetica. Presentato a Cannes dallo stesso autore come un'opera fantascientifica introspettiva e dalla parte delle donne che di fatto ne dipanano l'intreccio, rivela l'assoluta unicità di Von Trier nell'avere saputo riportare ai giorni nostri la grande lezione di maestri del calibro di Tarkovskij e Bergman. Da loro ha appreso il gusto (e la capacità) di trattare grandi temi senza mai allontanarsi dal microcosmo che è la coscienza umana.

Eccovi la trama in breve. La prima parte intitolata "Justine" (Kirsten Dunst) è incentrata sulla ragazza la cui festa di matrimonio diviene un tormento a causa di una fortissima crisi depressiva. Nell'ambito della festa vengono evidenziati anche la sua pessima situazione familiare e quella lavorativa. Intanto appare come un puntino luminoso e lontano il pianeta Melancholia, che si dirige verso la Terra. La seconda parte, "Claire" (Charlotte Gainsbourg) si concentra maggiormente sulla sorella di Justine.

Super 8 (2011)

Ero tra quelli che hanno atteso a lungo Super 8, smaniando di sedermi in quella saletta buia, in fremente attesa del raggio blu che (nelle premesse) mi avrebbe riportato indietro nel tempo, a 30 anni fa e a un periodo in cui il Cinema somigliava a uno specchio magico dove proiettare tutti i nostri sogni da adolescenti. A pochi giorni dalla sua visione, rifletto su tale stato d'animo e mi rendo conto di come in fondo ci fosse un "cortocircuito" preliminare nella mia percezione del film. In parole povere mi aspettavo qualcosa che mai e poi sarebbe potuto arrivare: un vero salto indietro nel tempo.

Eccovi la trama in breve. Nell'estate del 1979 un gruppo di amici che vive in una piccola cittadina dell'Ohio assiste a un catastrofico deragliamento di un treno mentre sta girando un film in super 8. Presto il team inizia a sospettare che non si sia trattato di un incidente. Pochi giorni dopo cominciano a verificarsi una serie di misteriose sparizioni e di eventi inspiegabili che hanno luogo nella città, così lo sceriffo si mette alla ricerca di qualcosa che sarà peggiore di quanto ci si possa attendere.

Insidious (2011)

Insidious è una scommessa forte, anzi fortissima e va visto, a prescindere dal giudizio finale, come un chiaro segno di coraggio da parte di un autore che aveva già scritto una pagina (non importantissima ma sicuramente significativa) della new-age horror: stiamo ovviamente parlando di James Wan e del suo SAW. L'azzardo consiste nell'avere scelto un genere - quello dell'horror paranormale e demoniaco - lontano dalle proprie corde (SAW era ultra-realistico) e soprattutto caricandosi inevitabilmente sulle spalle il peso dei modelli di riferimento: soprattutto Gli invasati e Poltergeist.

Eccovi la trama in breve. Josh Lambert (Patrick Wilson) e sua moglie Renai (Rose Byrne) si sono appena trasferiti in una nuova casa insieme ai loro tre figli piccoli. Sin dai primi giorni però qualcosa di strano comincia a turbare la quiete della famiglia: uno sfortunato incidente ad uno dei bambini, voci misteriose e apparizioni inquietanti scombussolano le loro esistenze. Il dramma avviene quando il piccolo Dalton (Ty Simpkins) finisce inspiegabilmente in coma.