È stato un punto di riferimento per diverse generazioni di artisti. LE FOTO
MONREALE, 9 ottobre – Ricorre oggi l’anniversario della nascita del professor Francesco Paolo Bosco, avvenuta a Monreale nel 1910, pittore, mosaicista, illustratore, che ha insegnato Pittura Decorativa all’Istituto d’Arte di Palermo per più di quarant’anni, fino al 1980.
Maestro e collega di Benedetto Messina, Calogero Gambino, Michelangelo Papuzza, Nino Pedone e tanti altri, è stato un’artista poliedrico, dal temperamento riservato e schivo da ogni protagonismo.
La sua attitudine all’arte si manifesta sin dalla sua adolescenza. Iscrittosi nel 1929 all’istituto statale d’Arte di Palermo, vi consegue il diploma con ottimi risultati. Nel suo percorso di studi ha incontrato insegnanti del calibro di Giuseppe Minutilla Lauria, Onofrio Tomaselli, Paolo Bevilacqua, Salvatore Cottone, Giovanni De Caro e Maria Accascina per citarne alcuni, che hanno avuto un ruolo importante nella sua formazione umana e artistica.
Nel 1938, inizia la sua carriera di docente e artista partecipando alla vita artistica con mostre personali e collettive in Italia e all’estero riscuotendo premi e riconoscimenti. E’ del 1946 la sua partecipazione alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra di Napoli e nel 1974 espone sue opere alla Mostra al Salon de l’Art libre di Parigi.
Ha svolto l’attività di mosaicista e decoratore, sue opere in mosaico di grandi dimensioni si trovano in edifici pubblici, religiosi e privati.
Nel 1980 gli viene consegnata dall’istituzione scolastica la medaglia d’oro in segno di riconoscimento per la sua meritoria attività di insegnante e di artista.
Madonne, Santi, Angeli, scene bibliche, sono i temi che maggiormente ha rappresentato nelle opere in mosaico commissionate per le chiese di Palermo e delle altre provincie della Sicilia.
Da annoverare i quattro angeli della cappella della Presidenza di Palazzo d’Orleans, i mosaici della chiesa madre di Terrasini e il grande mosaico dell’abside dell’Istituto Don Bosco a Palermo.
Oltre ai temi religiosi, la sua attenzione è rivolta alla rappresentazione di ambienti interni descritti con gusto e perizia, specialmente quando inserisce oggetti e suppellettili domestici. Paesaggi di campagna, vedute di mare, pescatori e marinai, ritratti e nature morte i temi prediletti dal maestro.
Il suo legame con Monreale è evidente nei paesaggi della campagna monrealese, come nelle opere “Giacalone”, “Fiumelato” e “La fontana del lupo” dove la lezione dei naturalisti dell’800 si manifesta in tutta la sua interezza, la pennellata fresca e i colori luminosi caratterizzano il paesaggio incontaminato e solare.
Intimamente ancorato alle tradizioni della sua terra riprende motivi dell’opera dei pupi e dei paladini in chiave onirica come nell’opera “Il paladino” sdraiato, che investito da un fascio luminoso sogna uno scontro di guerrieri a cavallo, di chiaro riferimento alle scene di battaglia dei carretti siciliani.
Di lui, così scrisse ricordandolo, l’amico e collega Benedetto Messina – “La pittura è luce; è atmosfera”. “Questa enunciazione fu una delle lezioni del professor Francesco Bosco negli anni in cui frequentavo il magistero d’arte di Palermo.
… ricordo le diverse tecniche apprese e sperimentate sotto la sua guida: la tempera, l’acquarello, l’olio, l’affresco, il graffito, l’encausto, il mosaico.
Ho quindi di che cosa essere grato al professor Bosco, il quale ha speso tutta la sua vita nell’insegnamento, dando generosamente a quanti hanno voluto e saputo apprendere”.
Nel 2016, la professoressa Maria Bosco erede e nipote dona alla città di Monreale le opere del maestro tra disegni, ritratti, nature morte, madonne e interni, che oggi sono esposti al pubblico nei prestigiosi spazi della biblioteca Santa Caterina.
E possano infine i suggerimenti e le notizie indicate in questo ricordo, non solo invogliare i nostri giovani e gli appassionati d’arte ad ammirare le opere di un maestro quasi dimenticato, ma anche a conoscere un’artista, un maestro, un insegnante, un uomo, che ha dato lustro alla nostra città.
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