L’Akragas è troppo forte, il Monreale naufraga in Coppa

Finisce in goleada per i padroni di casa che passano il turno. LE FOTO

AGRIGENTO, 23 settembre – Partiamo da una considerazione: l’Akragas è una squadra, il Monreale, al momento, no. O meglio: oggi non lo è stato. La differenza è tutta qui ed è sostanziale e purtroppo nel calcio a cinque, soprattutto di fronte ad un avversario forte e determinato, questo fatto si paga e si paga caro.

Al palasport del Villaggio Mosè finisce 11-1, una goleada per i padroni casa: una squadra fatta da gente esperta e navigata e con una condizione di una spanna superiore a quella del Monreale. Oggi non ha funzionato nulla: dalla fase difensiva, che ha concesso davvero troppo agli akragantini, a quella propositiva, sempre balbettante al cospetto dei padroni di casa, che, pronti-via, hanno schiacciato forte sull’acceleratore, imponendo la legge del più forte senza chiedere il permesso.

Ma dove il Monreale è mancato è nell’aspetto caratteriale: una settimana fa, contro il Cus, i ragazzi di mister Buccheri erano piaciuti soprattutto in questo. Oggi, va bene che l’avversario era di ben altra caratura, ma la squadra è entrata in campo molle, senza coraggio e senza cattiveria. Manna dal cielo per l’Akragas, che non poteva chiedere nulla di meglio.
Alla formazione agrigentina si deve l’onore che va tributato ai vincitori, sottolineando, tra l’altro, il gol da antologia di Carlo Hamici, che con un sinistro al volo ha messo la palla all’incrocio dei pali, strappando appalusi a scena aperta. Per il Monreale il gol della bandiera porta la firma di Michele Patti, ottimamente servito da Giacomo Catalano. All’attivo dei normanni pure due pali (Bruno e Di Simone) Questo, però, è un dettaglio, sul quale, probabilmente, non è nemmeno il caso di soffermarsi. Quello che conta è avere appreso sulla propria pelle che in serie C1, casomai qualcuno non lo avesse compreso, ci sarà da soffrire maledettamente perché gli avversari sono forti e tosti e non fanno sconti a nessuno.

La trasferta di Agrigento, amara per quanto sia, però, non è tutta da buttare: probabilmente servirà ad imparare a soffrire e ad incassare i ceffoni. Dalle batoste, almeno questa è la speranza, si impara sempre di più che dalle vittorie.
Adesso ci sarà da raccogliere i cocci, riprendere fiato e preparare la gara d’esordio in campionato, in casa della Mabbonath, una sfida che si presenza difficile come questa, se non di più. Ma siamo solo all’inizio e le rose certamente fioriranno.