I ragazzi della scuola “Veneziano” sulle tracce del mito greco

Una coinvolgente gita nella Sicilia sud-orientale

MONREALE, 23 aprile – Le classi seconde dell’istituto comprensivo Antonio Veneziano sulle tracce delle leggende e miti nella Sicilia sud-orientale. I ragazzi hanno concluso ieri il viaggio che li ha condotti a Siracusa, Modica, Scicli e Caltagirone.

Dopo avere studiato in aula i principali miti dell’antichità classica nella Magna Grecia, in particolare in Sicilia, e, successivamente, la Controriforma con la sua principale espressione artistica, cioè il barocco, hanno potuto visitare i luoghi che ospitano un immenso patrimonio artistico-culturale.
Il mito di Aretusa e Alfeo, nel cuore di Ortigia, l’Orecchio di Dioniso, le latomie e la spedizione ateniese in Sicilia, il duomo di Siracusa, sospeso fra arte greca e barocca, solo per restare nel capoluogo aretuseo e alle suggestioni dell’antichità; La leggenda di San Giorgio e il drago, a Modica, la Madonna delle Milizie, sterminatrice di Mori, il Cristo con la Gonnella, unicum in Italia, di derivazione iconografica spagnola, a Scicli, solo per fare qualche esempio, hanno connotato la grandiosa ricostruzione del Val di Noto, subito dopo il disastroso terremoto del 1693.
Attaccate ai valori del passato, ispirate alla “modernità” del barocco romano, recepito come sempre con originalità in Sicilia, le popolazione terremotate, grazie all’impegno dei notabili, della Chiesa e della Corona spagnola, edificarono la suggestiva scenografia a cielo aperto che, oggi, fa parte del patrimonio dell’Unesco, ispira tante fiction e ha impressionato anche gli studenti monrealesi, dopo averne studiato fattezze e presupposti teorici sui libri.
Durante il viaggio, i ragazzi hanno anche avuto modo di apprezzare il passaggio di Caravaggio in Sicilia e la casa di Quasimodo, a Modica. Particolarmente entusiasmante la tappa a Punta Secca, nella “casa” del commissario Montalbano e nella “questura di Montelusa”, a Scicli .
“Questi tre giorni – hanno detto Maria Luisa Li Manni e Romina Lo Piccolo, due delle insegnanti che hanno accompagnato la scolaresca –sono stati un contenitore in cui i ragazzi hanno racchiuso e conservato scoperte, emozioni e immagini. Davanti ai loro occhi si sono concretizzate molte delle immagini studiate e viste sui libri, in modo particolare le volute del barocco e i resti dell’antichità. Ma questa è anche la terra del commissario Montalbano tanto amato dai giovani i quali, anche in modo inconsapevole, si avvicinano alla letteratura e al genio di Andrea Camilleri”.